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Fatima senza testa

Si arriva al villaggio di Kfar Awayed al tramonto, dopo una giornata di strade secondarie percorse a bordo di un pickup dei ribelli siriani. La scorta che viaggia sul cassone salta giù per sgranchirsi le gambe intorpidite, senza mollare i fucili. Come dicono gli stemmi verdenero verniciati sulle fiancate e sul cofano, appartengono alla brigata al Farouq, che combatte più a nord, a Idlib, e più a sud, a Homs, ma non sono di questa zona. Hanno dovuto chiedere indicazioni, hanno pure sbagliato un paio di incroci e sono dovuti tornare indietro. Attenzione: le immagini contenute in questo reportage potrebbero urtare la vostra sensibilità

05 OTT 2012

Perché i servizi non hanno fermato lo stragista di Tolosa?

Mohammed Merah era il francese di origine algerina che uccise sette persone in nome di al Qaida nella zona di Tolosa prima di morire durante l’irruzione della polizia nel suo appartamento. Da marzo il Foglio scrive che Merah non era uno sconosciuto per i servizi segreti francesi, anzi. Sostiene una fonte del Foglio che la Dcri, la direzione del controspionaggio che si occupa di terrorismo, voleva fare di lui un informatore per penetrare quel network estremista che va e viene dai campi d’addestramento all’estero dell’islam radicale.

03 OTT 2012

Tra i guerriglieri siriani

I ribelli impongono una “no fly zone” contro i jet di Assad

“Attahira, attahira!”. Gli aerei. Gi uomini armati a bordo delle macchine si sporgono dai finestrini e storcono il collo verso l’alto per controllare. L’estate della Siria libera è finita e ci sono stati grandi cambiamenti. Uno è arrivato quaranta giorni fa, quando il governo di Damasco ha capito che può usare i jet da guerra e gli elicotteri nella più completa impunità: non ci sarà una reazione da parte internazionale, non arriverà l’imposizione coattiva di una “no fly zone” come accadde sulla Libia

02 OTT 2012

Come se Assad non bastasse

In mezzo ai ribelli siriani che sparano ai rivali di al Qaida

Ecco che comincia la guerra tra i ribelli e le bande di al Qaida. Quella contro il governo del presidente Bashar el Assad è una rivoluzione con due anime: la prima è l’originale e nazionalista, è maggioritaria, è nata disarmata e poi si è militarizzata per autodifesa contro la spietata macchina di repressione del partito Baath siriano; la seconda è sopravvenuta più tardi, è minoritaria, è islamista, è parente nelle idee di Osama bin Laden ed è nata già militarizzata. Leggi Maometto e Afrodite di Carlo Panella

02 OTT 2012

Sono talebani dentro

Venerdì alle dieci di sera quindici talebani sono riusciti a entrare all’interno di Camp Bastion, una base militare nel sud dell’Afghanistan, mentre il resto del mondo guardava le proteste di una minoranza islamista fiammeggiare davanti alle ambasciate degli Stati Uniti. I talebani avevano fucili d’assalto, lanciarazzi a spalla Rpg, corpetti esplosivi e indossavano divise mimetiche americane che li rendevano difficilmente distinguibili dai soldati veri.

18 SET 2012

Se il film non va a Maometto

L’ondata di violenze contro il film su Maometto (ma esiste?) è il primo grande test per l’islam al governo nei paesi delle rivoluzioni arabe. Com’è andata? Martedì i Fratelli musulmani al Cairo si sono fatti sorprendere dalla manifestazione degli estremisti salafiti. Per le prime trenta ore della crisi non hanno condannato l’assedio all’ambasciata americana nel centro della capitale e anzi hanno rilanciato con una protesta “davanti a tutte le moschee del paese dopo la preghiera del venerdì”. I Fratelli musulmani sono i più organizzati e temibili quando c’è da lanciare questo tipo di azioni.

17 SET 2012

Dov'è l'intelligence?

L’Amministrazione Obama e i servizi segreti si sono fatti cogliere di sorpresa dalla violenza nel mondo islamico, com’era successo l’anno scorso con le rivolte arabe. L’intelligence non ha dato l’allarme prima dell’assedio all’ambasciata americana al Cairo e dell’attacco al consolato di Bengasi dove l’ambasciatore Christopher Stevens è morto assieme a un diplomatico e due uomini della sicurezza. Eppure, secondo la ricostruzione di Reuters, il momento in cui la valanga era ancora una palla di neve leggera è identificabile con esattezza.

16 SET 2012

La kill list di Obama in Libia

Ecco i bersagli dei droni americani dopo l’attacco al Consolato

Make no mistake, justice will be done” dice il presidente americano Obama dopo l’uccisione in Libia dell’ambasciatore Cristopher Stevens. Che forma prenderà la reazione della Casa Bianca questa volta? Nel 1986 Ronald Reagan ordinò il bombardamento della Libia dopo l’attentato ordinato dal regime di Gheddafi a una discoteca tedesca frequentata da soldati americani. Nel 1998 Bill Clinton ordinò il bombardamento di sei campi di al Qaida in Afghanistan e di un sito in Sudan dopo gli attentati a due ambasciate in Africa. Leggi Il contagio antioccidentale

14 SET 2012

IL VERO FILM DI UN ATTACCO MILITARE

“Assuming we don’t die tonight. We saw one of our ‘police’ that guard the compound taking pictures”. “Sempre che non moriamo stanotte. Abbiamo visto uno dei nostri ‘poliziotti’ a guardia del compound mentre scattava foto”. Leggi Le guerre di Obama tutte armi e poca faccia finiscono nell’urna elettorale

12 SET 2012

Tutto può diventare una spy story, anche una spy story

Di una strage sulle Alpi francesi

Vedi quell’edicola in fondo alla strada?”, faceva dire Umberto Eco a uno dei personaggi ne “Il pendolo di Foucault”. Nel libro saltava fuori che il rapporto tra l’altezza e la base e le altre misure di quell’edicola qualsiasi erano tutti numeri dal significato misterioso, e rimandavano a nozioni esoteriche come la distanza tra gli astri o le proporzioni delle piramidi egizie. Insomma: è possibile costruire una teoria del mistero su tutto. Vale per un’edicola qualsiasi, figurarsi se non vale anche per il massacro a colpi di pistola di una famiglia irachena con passaporto britannico in una piazzola tra i boschi delle Alpi.

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