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La “guerra civile” al Cairo

Egitto appeso al Fondo monetario, ma la piazza erutta contro il Faraone

L’Egitto è appeso a un finanziamento del Fondo monetario internazionale, ma da quando s’è risvegliato con un presidente padrone il finanziamento è a rischio. Ora il Fondo potrebbe cambiare idea e non concedere più al Cairo un pacchetto da 4,8 miliardi di dollari – tanto atteso e chiesto a lungo dal governo dei Fratelli musulmani – dice una “fonte interna” al giornale egiziano al Ahram. E pensare che soltanto la settimana scorsa il presidente Mohammed Morsi aveva superato due appuntamenti cruciali e si era conquistato credibilità sul piano internazionale e anche su quello della politica interna.

27 NOV 2012

Intervento occidentale in Siria

Ecco come sarà l’azione diretta della Nato contro i bombardieri di Assad

La Nato può imporre una “no fly zone” contro gli aerei e gli elicotteri del presidente siriano Bashar el Assad grazie all’impiego creativo delle batterie di missili Patriot che saranno schierate lungo il confine tra Siria e Turchia. L’ipotesi è ancora prematura, ma potrebbe essere il primo intervento diretto e internazionale contro il governo di Damasco, dopo venti mesi di guerra civile e oltre 40 mila morti.

23 NOV 2012

E’ questo l’Egitto garante di pace?

Ieri era il giorno dell’Egitto, al centro del successo dei negoziati indiretti tra Israele e Hamas. Ora il governo dei Fratelli musulmani brilla sotto la luce della nuova credibilità internazionale ottenuta  grazie al cessate il fuoco che regge nella Striscia di Gaza. In questa storia, però, più che il guardiano della pace il Cairo dovrebbe essere un sorvegliato speciale. Ieri sera il presidente eletto dalle file dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi, si è autoconferito poteri temporanei da dittatore con una dichiarazione costituzionale a sorpresa, che all’articolo 6 dice: “Il presidente è autorizzato a prendere qualsiasi misura reputi idonea a preservare e difendere la rivoluzione, l’unità nazionale o la sicurezza nazionale”. Leggi Israele e la sua licenza di uccidere di Giulio Meotti

22 NOV 2012

Sette giorni di guerra a Gaza

Perché Hamas sostiene di essere uscito vincitore dai negoziati del Cairo

Ieri sera tutti gli elementi per il cessate il fuoco tra Israele e i gruppi di Gaza erano ormai al loro posto, ma il cessate il fuoco non era arrivato: annunciato prima per le nove di sera, poi per mezzanotte, poi forse spostato alle prime ore del mattino di oggi. I notiziari via radio parlavano di un accordo ormai “già fatto” per Hamas e invece “ancora da firmare” per Israele. Tutta la mediazione tra le due parti – che non hanno relazioni dirette, fatta eccezione per le schermaglie minacciose scambiate via Twitter – è passata nelle mani di un terzo, Mohamed Raafat Shehata, un veterano diventato capo dell’intelligence egiziana di recente perché è stato nominato l’8 agosto.

20 NOV 2012

La diplomazia dei missili

 La capacità militare di Hamas sta declinando. Ieri per la seconda notte consecutiva c’è stata una pausa di sette-otto ore nel lancio di razzi contro il sud di Israele dalla Striscia di Gaza. Il numero totale dei razzi sparati da Hamas e dagli altri gruppi scende ogni giorno: 250 sabato, 156 domenica, 121 ieri sera. Al sesto giorno di attacchi, lo scemare dei lanci è il segno che la possibilità di Hamas di tenere testa alle ondate di bombardamenti che arrivano dall’aviazione israeliana sta venendo meno.

19 NOV 2012

Così uguale e diversa da “Piombo fuso”

. E’ ovvio fare un confronto tra “Pilastro di Difesa” e l’altra operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza, tre anni fa, a cui fu assegnato il nome in codice di “Piombo Fuso”. Cominciò sabato 27 dicembre 2008 nello stesso modo con un’ondata di attacchi aerei. Nelle prime ventiquattr’ore morirono “non meno di 229 palestinesi” (è un dato preso dall’agenzia Reuters). Un solo singolo bombardamento  contro la cerimonia di giuramento dell’accademia di polizia controllata da Hamas  fece decine di vittime.

16 NOV 2012

Operazione Pilastro di Difesa

Sirene d’allarme a Tel Aviv, la minaccia da Gaza arriva al centro d’Israele

La gente ha fermato le macchine, ha spalancato le portiere, è corsa verso il riparo più vicino, si è sdraiata lunga a terra, secondo le procedure imparate nelle esercitazioni che si fanno ogni anno, lontano da veicoli che diventano trappole se il missile colpisce in strada. Le sirene hanno suonato a Tel Aviv ieri per la prima volta dal 1991, quando arrivavano gli Scud lanciati da Saddam Hussein. Questa volta il tempo di preavviso prima dell’impatto, calcolato da computer che fanno migliaia di conteggi e tracciano infinite possibilità di traiettoria nel giro di decimi di secondo, è molto, troppo breve.

16 NOV 2012

Fbi maccartista a caccia di generali

Ieri mattina è sembrato che lo scandalo Petraeus-Broadwell stesse per diventare marginale e per lasciare il posto a una breccia enorme nella sicurezza militara dell’America. La love story tra il direttore della Cia e la sua biografa per qualche ora si è fatta piccina. L’Fbi ha scoperto che il generale dei marine John Allen – comandante di tutti i soldati occidentali in Afghanistan e quindi anche degli italiani – ha mandato “tra le ventimila e le trentamila e-mail” a Jill Kelley e il Washington Post ha scritto che si tratterebbe di mail “potenzialmente inappropriate”.

13 NOV 2012

La guerra al terrore non è una soap

Buongusto a parte, Petraeus resta il miglior generale d’America

Inutile mandare una mail a [email protected]. L’indirizzo di posta elettronica esiste ma non è quello usato dall’ex generale e direttore della Cia per scrivere alla sua amante, Paula Broadwell. Davvero Petraeus sarebbe stato così matto da usare la casella di posta elettronica con il suo nome o peggio ancora la sua mail di lavoro, come si legge in giro? Ovviamente no.

13 NOV 2012

Quella vocina che non tace mai sui contatti segreti con l’America

Mr President, ecco a che punto siamo con l’Iran

Nel marzo 2009, all’inizio del mandato, il presidente americano Barack Obama fece all’Iran un’offerta di pace cauta ma chiara pronunciando in un discorso questo passaggio famoso: “Tenderemo la mano se voi aprirete il pugno”. Oggi il mandato finisce e nel frattempo Obama ha ordinato contro l’Iran le sanzioni economiche più dure mai imposte a una nazione e altre sono in arrivo. Il paese è in difficoltà: la moneta, il rial, ha perso l’ottanta per cento del suo valore nell’ultimo anno, e beni essenziali per il funzionamento di una società moderna, come i farmaci importati e le parti meccaniche di ricambio prodotte all’estero, cominciano a mancare a causa dell’embargo.

06 NOV 2012
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