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Referendum in Egitto

Al Cairo oggi un altro voto di spinta al piano dei Fratelli musulmani

l Cairo, dal nostro inviato. Il giorno prima del referendum sulla Costituzione piazza Tahrir è vuota dietro il filo spinato posato a caso per ostacolare l’entrata a pedoni e veicoli. Il motore immobile della rivoluzione, prima contro Mubarak e ora contro il governo dei Fratelli musulmani, appare spento, distratto, senza più benzina. C’è soltanto un piccolo palchetto con un predicatore – è venerdì – e un impianto audio che potrebbe bastare per migliaia di persone e invece rintrona le poche decine che restano davanti, a pregare sotto il grigio dei palazzi.

14 DIC 2012

Obama alla guerra preventiva

L’intelligence francese dice no all’America che vuole intervenire in Siria

Il Cairo, dal nostro inviato. Notizie sulla crisi in Siria, difficili da confermare. Il dipartimento di stato americano sta tentando di convincere la Francia e altri alleati Nato che in Siria la minaccia delle armi chimiche del presidente Bashar el Assad giustifica la preparazione di un intervento militare. L’Amministrazione Obama è pronta con un’azione di guerra preventiva a prendere il controllo dei 31 depositi siriani (questo per ora è la stima più precisa) dove sono custoditi i precursori chimici che miscelati assieme compongono il gas nervino Sarin.

14 DIC 2012

Come sarà l’intervento in Siria

Il Cairo. Oggi comincia a Marrakech, in Marocco, l’incontro dei “Friends of Syria”, il gruppo di nazioni che appoggia l’opposizione al governo del presidente Bashar el Assad. Questo incontro potrebbe aprire la strada all’intervento internazionale in Siria, dove negli ultimi 21 mesi una guerra civile brutale ha fatto più di 40 mila morti. Non c’è certezza su nulla, ma si può provare a fare un’ipotesi sull’intervento dall’esterno.

12 DIC 2012

La minaccia al Cairo

Perché ora Morsi si serve delle milizie violente dei Fratelli musulmani

Il Cairo, dal nostro inviato. Dove sono le milizie dei Fratelli musulmani? “Non le vedi, ma ci sono. Ora c’è questa nostra protesta davanti al palazzo del presidente Morsi e allora i Fratelli musulmani cosa fanno? Chiamano a raccolta i loro uomini e li fanno sfilare in grandi controcortei, non troppo distanti. Capito? Si tengono pronti: se sentono che il loro presidente è in difficoltà si dirigono qui per partecipare alla repressione".

12 DIC 2012

La tv dei Fratelli musulmani

Da voce della rivolta, ora al Jazeera è diventata il nemico di piazza Tahrir

Il Cairo, dal nostro inviato. “Una volta eravamo ammirati e rispettati, quando trasmettevamo in diretta da piazza Tahrir da in mezzo alle manifestazioni la gente stava con noi, ci aiutava, ci faceva ala nei momenti di festa e ci faceva da scudo nei momenti di pericolo, ci ha protetto fisicamente in molti casi. Eravamo riconosciuti da tutti, camminavamo con orgoglio: ‘Siamo quelli di al Jazeera’. Adesso non è più così. Siamo sempre riconsociuti da tutti, ma in negativo. Ci seguono, ci minacciano, ci aggrediscono. Ci impediscono di stare nelle manifestazioni, ci impediscono di lavorare. Siamo a rischio”.

11 DIC 2012

Carri armati al Cairo

Così il presidente Morsi s’è fatto fregare dalla sindrome del complotto

Ieri mattina nel centro del Cairo la Guardia presidenziale ha preso posizione con i carri armati attorno al Palazzo di Mohammed Morsi, il presidente legato al gruppo dei Fratelli musulmani, e attorno al palazzo della televisione di stato in riva al Nilo. Nel pomeriggio gli uomini del reparto militare, che ha il compito specifico di difendere il presidente, hanno progressivamente evacuato quell’area della capitale, per evitare altri scontri di strada tra le squadre dei Fratelli musulmani e i manifestanti anti-Morsi – l’alba di ieri s’è levata su sette morti e centinaia di feriti.

07 DIC 2012

L’Expo dei ficcanaso globali

Fra cinque giorni all’hotel Hilton di Kuala Lumpur, in Malesia, si apre la Iss, la fiera a numero chiuso delle aziende specializzate nella sorveglianza su Internet e nelle intercettazioni di massa, davanti alla solita platea di agenzie di sicurezza, enti governativi, osservatori militari e dei servizi segreti. L’anno scorso era andata bene, tre giorni a febbraio a Dubai, in mezzo alle monarchie del Golfo più ricche e disposte a spendere per tenere sotto controllo la popolazione ed evitare il contagio delle ribellioni arabe.

06 DIC 2012

L’intervento di Washington

Ecco il piano di Obama per prendere Damasco assieme ai ribelli siriani

L’Amministrazione Obama partecipa all’addestramento e all’equipaggiamento di unità di disertori dell’esercito siriano in Giordania, in vista della spinta finale su Damasco. La Casa Bianca in questi ventuno mesi di rivoluzione contro il presidente Bashar el Assad è stata cauta, al limite dell’indifferenza, ma ora che è arrivata la fase terminale della guerra civile vuole intervenire in modo più aggressivo.

05 DIC 2012

Un appuntamento a Berlino

L’ultimo incontro del capo dei servizi libanesi saltato in aria a Beirut

Wissam al Hassan è il generale dei servizi segreti libanesi assassinato con un’autobomba il 19 ottobre mentre circolava per Beirut in incognito – o almeno così lui credeva. Era appena tornato da Parigi, dove era stato a trovare la famiglia che si è trasferita là per ragioni di sicurezza dal 2005. Prima di volare nella capitale francese per motivi personali, il generale era stato a Berlino insieme con altri quattro uomini dei servizi libanesi, ufficialmente per incontrare Jörg Ziercke, capo della polizia federale tedesca. A Berlino però Wissam al Hassan aveva incontrato anche uomini dei servizi segreti tedeschi (Bnd) e una delegazione di palestinesi di Hamas, il gruppo armato che controlla la Striscia di Gaza.

01 DIC 2012

Due correnti, due padrini

Ma quanto si urlano al telefono questi leader (divisi su tutto) di Hamas

Chi torna quando ormai sembrava bollito, chi perde e non si rassegna, chi mantiene la posizione. Gli otto giorni di guerra a Gaza cambiano la mappa del potere tra i capi palestinesi di Hamas, nella Striscia di Gaza, e di Fatah, a Ramallah. Si parte da un articolo del quotidiano arabo al Jarida, dal Kuwait: scrive che il vero obiettivo dello strike israeliano che ha dato inizio agli otto giorni di guerra a Gaza non era in realtà Ahmed Jaabari, comandante dell’ala militare di Hamas, ma il capo del movimento che controlla la Striscia, Ismail Haniyeh.

27 NOV 2012
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