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Al thawra mustamirra*

L’articolo del Nyt sul golpe egiziano è complottista. Copti uccisi nel Sinai

Il New York Times arriva per primo e pubblica un pezzo sul mistero delle code degli egiziani ai distributori di benzina e sui blackout dell’energia elettrica, entrambi citati come prova dell’imminente collasso economico dell’Egitto ed entrambi magicamente spariti subito dopo il golpe dei generali contro il governo dei Fratelli musulmani. La domanda nell’aria a cui risponde il bureau cairota del New York Times è: il golpe è stato fabbricato in anticipo, con una accorta manipolazione della rabbia degli egiziani? (Anche altri media, per esempio Foreign Policy, stavano lavorando sulla stessa traccia).

11 LUG 2013

Al thawra mustamirra*

Al Cairo ovunque ti volti, golpisti o Fratelli, tutti dicono “Fuck America”

L’Amministrazione Obama è riuscita in un miracolo: è un caso di ubiquità al Cairo. E’ detestata dal fronte che appoggia il golpe militare contro i Fratelli musulmani ed è detestata anche dai Fratelli musulmani. Il fronte del putsch ha trasformato piazza Tahrir nella sua base da dieci giorni e l’ha riempita con messaggi antiamericani. “Obama sostiene il terrorismo!”, dicono in arabo e inglese gli striscioni che pendono a festoni dai palazzi sulla piazza. Altra scritta cubitale bianca su nero, in mezzo alla rotonda: “Il terrorismo di Obama insanguina l’Egitto e il mondo arabo!” – i putschisti dicono “terrorismo” per indicare  i Fratelli musulmani e i loro sponsor esteri.

10 LUG 2013

Al thawra mustamirra*

“Mazze, mazze”. Tra i Fratelli musulmani che al Cairo resistono ai “golpisti”

Il Cairo, dal nostro inviato. Ieri è stato il primo giorno dopo la strage al sit-in dei Fratelli musulmani nel settore est del Cairo. Hanno fatto dei cerchi con le pietre sull’asfalto dove sono caduti i corpi dei loro – fulminati dalle pallottole sparate dai soldati – tanto le macchine per queste strade non passeranno più, “guarda, guarda il sangue che c’è ancora!”. Hanno montato teli e tende tra gli spartitraffico, hanno alzato muretti a secco per bloccare l’ingresso dei viali che portano verso la base militare della Guardia repubblicana, che loro sono convinti custodisca il loro rais deposto, Mohammed Morsi.

09 LUG 2013

La reazione al golpe

La fiammata dei Fratelli musulmani investe l’Egitto dei generali

La reazione islamista alla deposizione del presidente Mohammed Morsi da parte dell’esercito parte al mattino dalla penisola del Sinai e arriva nel pomeriggio al Cairo, con una escalation di violenza che annuncia il peggio per il paese. Ieri ci sono stati attacchi nel nord del Sinai con colpi di mortaio e armi da fuoco contro almeno quattro bersagli, tra cui una stazione di polizia, una dell’intelligence militare e i checkpoint di guardia all’aeroporto internazionale di al Arish. Pur nella loro violenza queste sono operazioni standard per i gruppi estremisti che infestano quell’area di frontiera e non ci sono collegamenti diretti e provati con i Fratelli musulmani.

05 LUG 2013

Il nuovo presidente giura, è caccia al gruppo islamista

Così il crollo-lampo dei Fratelli al Cairo scompiglia le altre capitali della regione

La caduta dal potere dei Fratelli musulmani è velocissima al Cairo – “Non riesco a crederci, ora ho già visto tre presidenti egiziani nella mia vita”, è un commento che inquadra bene la differenza con i decenni immobili sotto Mubarak – ed è spiazzante anche vista dalle altre capitali e dagli altri centri di potere nella regione. Ieri, mentre il giudice capo della Corte costituzionale Adly Mansour giurava da presidente e l’esercito dava la caccia a circa trecento leader dei Fratelli musulmani per arrestarli (e impedire loro di istigare i membri del gruppo e di organizzare la resistenza), era anche ora di vedere cosa succederà fuori dall’Egitto.

04 LUG 2013

Morsi agli arresti, sospesa la Costituzione

Obama sbaglia scommessa in Egitto

Dopo avere occupato la tv di stato nel palazzo di Maspero, sulla riva del Nilo, con un’ora di anticipo sulla scadenza dell’ultimatum per sorvegliare le trasmissioni, l’esercito sta presidiando con reparti scelti i punti chiave della capitale: i ponti, i luoghi dei sit-in del fronte popolare che appoggia il presidente deposto Mohammed Morsi, il palazzo presidenziale di Ittihadiya, “per proteggere la popolazione”, sostiene.

03 LUG 2013

Scade l’ultimatum al Cairo

Ecco la road map dei generali per sloggiare i Fratelli musulmani

Anche l’Egitto diviso tra i sostenitori del governo della Fratellanza musulmana e gli egiziani delusi che occupano le piazze imbocca la strada del governo tecnico – ma in questo caso tutto quello che c’era prima di oggi, la Costituzione, il Parlamento e l’incarico presidenziale, sarà stravolto. Scade oggi alle cinque ora italiana l’ultimatum annunciato dai generali egiziani al rais Mohammed Morsi, a cui è stato imposto di risolvere l’attuale crisi politica – sono parole vaghe, ma così dice il comunicato dei militari – in accordo con l’opposizione che mobilita milioni di manifestanti. Il tempo però è così breve per un compito così arduo che le 48 ore rappresentano poco più che una formalità cortese concessa dall’esercito.

02 LUG 2013

La guerra non civile di Siria

“Tre francescani decapitati”. E’ una bufala, ma c’è del vero

Ieri le agenzie e i siti dei quotidiani italiani hanno ripreso una notizia lanciata da una radio francese che aveva  ripreso un video da un sito di propaganda siriano a favore del presidente Bashar el Assad. La notizia diceva che tre frati francescani erano stati decapitati dalla fazione ribelle estremista Jabhat al Nusra perché giudicati collaborazionisti con il governo ed era accompagnata da un video terrificante: un gruppo di armati taglia la testa con un coltellaccio a due uomini inginocchiati in mezzo a una piccola folla di spettatori siriani. La notizia è stata smentita nel giro di un’ora dai francescani che non hanno riconosciuto alcuno dei loro religiosi nelle immagini. Nessuno aveva pensato di chiamarli prima di rilanciare.

28 GIU 2013

Agenti serpenti

Quant’è dura la fronda dentro la Cia contro il suo direttore di ferro

Il direttore della Cia, John Brennan, è impegnato in una campagna interna per rafforzare “la cultura della segretezza” dell’agenzia e combattere le fughe di notizie a favore dei media, ma la sua circolare su questo tema è stata prontamente passata all’Associated Press, che l’ha pubblicata mercoledì. Non è “classified”, specifica l’agenzia, ma è segnata “for official use only” e quindi in ogni caso non sarebbe dovuta finire all’esterno. Il giorno prima, martedì, c’era stato un altro problema di segretezza per l’intelligence americana: i talebani hanno dimostrato di sapere che la stazione centrale della Cia in Afghanistan è nascosta dentro l’hotel Ariana di Kabul e l’hanno attaccata con un’incursione complessa (avevano documenti e divise false) che ha coinvolto anche il palazzo presidenziale.

28 GIU 2013

Domenica la grande protesta

Così il rais egiziano prova a bloccare il conto alla rovescia contro di lui

Questa sera il presidente egiziano, Mohammed Morsi, prova a rispondere con un discorso alla nazione trasmesso in tv alla crisi di legittimità che lo sta colpendo. Dopo un anno di governo senza alcun progresso, una rivolta sanguinosa a gennaio a Port Said, un accordo per un prestito da 4,8 miliardi di dollari con il Fondo monetario internazionale ancora in sospeso pur dopo trattative interminabili, e dopo rigurgiti di repressione gravi, come quello contro le ong straniere, o sterili come quelli contro il comico Bassem Youssef e la pornografia, l’opposizione contro il presidente sta diventando robusta ogni oltre aspettativa.

26 GIU 2013
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