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Massacro al Cairo, il jihad si frega le mani

Nella storia del Fratelli musulmani ci sarà un “prima di Rabaa” e un “dopo Rabaa”. I generali egiziani hanno scelto l’opzione Tiananmen, la più temuta: muovere con le forze di sicurezza contro i sit-in del partito islamista nella capitale  (a Rabaa el Adawiya e a Nahda) e disperdere i manifestanti con una brutale operazione di repressione. Qualche manifestante era armato, è vero, ma si trattava di una minoranza infinitesima rispetto alla massa dei seguaci della Fratellanza – attivisti del Cairo e da fuori, a volte famiglie intere – che per più di un mese ha sopportato il caldo e il digiuno del Ramadan in attesa del presidente Mohamed Morsi, arrestato e mai più mostrato al pubblico dal giorno del golpe, il 3 luglio.

14 AGO 2013

Contro Assad ma con Assad

Quanto manca prima che i droni americani colpiscano in Siria?

Il Foglio raccoglie dai ribelli siriani la notizia che in Giordania, vicino alla capitale Amman, gli americani stanno preparando una base segreta per i droni. Gli aerei pilotati da terra avranno la missione di sorvegliare che cosa succede in Siria – il confine tra i due paesi è poco più a nord. La Giordania è la testa di ponte di ogni azione militare di Washington che riguarda la Siria, anche se si tratta di attività limitate e perlopiù a scopo esplorativo. Da dicembre si sa che gli americani e alcuni paesi arabi non specificati incontrano e addestrano gruppi selezionati di ribelli nella base Kasotc – un poligono di tiro vastissimo ritagliato nel deserto giordano, anche questo poco lontano dal confine.

13 AGO 2013

Dopo le intercettazioni

Escalation di droni in Yemen. Ma Obama non aveva detto “basta”?

L’Amministrazione Obama ha ordinato una escalation dei bombardamenti con i droni nello Yemen: sono stati nove negli ultimi tredici giorni. Fonti dell’esercito yemenita, che combatte in collaborazione con Washington, confermano prontamente l’uccisione di 34  “sospetti appartenenti di al Qaida nella penisola arabica” – ma non c’è la certezza piena perché in alcuni casi i missili hanno colpito automobili, i corpi sono bruciati e nemmeno le autorità locali sono riuscite a dare loro un’identità. Gli ultimi due strike sono arrivati giovedì e hanno ucciso 12 “sospetti militanti” – a Wadi Ubaidah nel vasto deserto a est della capitale e nella grande regione dell’Hadramawt, nel sud del paese.

10 AGO 2013

L’Iran costruisce un nuovo centro spaziale (o è per uso militare?)

Gli analisti di IHS Jane’s Defense hanno scoperto che l’Iran sta costruendo un nuovo sito per lanciare razzi vicino alla città di Sharud, cento chilometri a nord della capitale. Il governo di Teheran aveva annunciato settimane fa che avrebbe costruito un nuovo centro spaziale da dove lanciare vettori per mettere in orbita i satelliti costruiti dalle industrie nazionali, senza indicare dove. Ora l’analisi delle foto satellitari del nuovo sito fanno sospettare fortemente che sarà usato per scopi militari. Teheran sostiene di voler espandere il proprio programma spaziale e a gennaio ha spedito in orbita una scimmia e l’ha poi recuperata viva al rientro.

09 AGO 2013

Washington perde la presa

Perché al Cairo sono già furiosi con il nuovo ambasciatore di Obama

L’Amministrazione americana sta perdendo la presa e la capacità di far sentire la sua voce al Cairo. Il presidente Barack Obama ha rimosso in fretta la sua ambasciatrice in Egitto, Anne Patterson, con una promozione speciale perché si era fatta trovare, lei veterana del Pakistan, al momento sbagliato dalla parte politica sbagliata – ovvero a tessere relazioni e alleanze esplorative con i Fratelli musulmani proprio mentre quelli stavano per essere cacciati dal governo. Al suo posto ha annunciato la nomina di Robert Ford, ex ambasciatore in Siria prima che Washington interrompesse le relazioni diplomatiche con Assad, uno dei più stimati arabisti del dipartimento di stato.

09 AGO 2013

Aggiungi un Post a tavola

Amazon è differente da come siamo convinti che sia fatta: non è un business ad alto rendimento, non è un miracolo finanziario da Silicon Valley, non sta restituendo indietro un guadagno favoloso a fronte di un investimento iniziale modesto, non è una favola per geek (anche se l’idea è partita da un garage di Seattle) E’ più vero il contrario: è un commercio duro, organizzato con una logistica di ferro (i famosi centri di smistamento con gli addetti che corrono tra i banconi con le scarpe da ginnastica) e con margini di guadagno risicati, che sono tenuti scientificamente sotto il due per cento perché il fondatore e padrone Jeff Bezos vuole che sia così e se ne infischia dei rapporti quadrimestrali sui profitti – che invece sono tenuti d’occhio dagli investitori speranzosi di Wall Street.

07 AGO 2013

Jihad internazionale

Cautele e retropensieri sul “più grande allarme” dopo l’11 settembre

Ieri cinque ambasciate americane hanno riaperto dopo la chiusura di ventiquattr’ore per l’allerta terrorismo: Baghdad, Kabul, Algeri, Nouakchott (in Mauritania) e Dacca (in Bangladesh). Le prime due in particolare erano state costruite in tempo di guerra e sono fortezze progettate per resistere a un assalto militare, e forse per questo sono state escluse in anticipo dall’allarme lanciato giovedì scorso. Il dipartimento di stato ha aggiunto però le sedi diplomatiche di altri quattro paesi alla lista di quelle che resteranno chiuse per precauzione fino a domenica prossima: Madagascar, Burundi, Ruanda e isole Mauritius. In tutto sono diciannove, nel medio oriente e in Africa.

06 AGO 2013

La guerra dentro la guerra

I ribelli siriani perdono lo scontro con al Qaida. Ma forse è una “psyop”

Le fazioni ribelli in Siria si attaccano tra loro con uccisioni, sequestri e decapitazioni. “Quelli dello Stato islamico vogliono eliminare l’alto comando dell’Esercito libero”, arriva a dire un ufficiale dei ribelli, Ahmed Farzat, al New York Times in collegamento via Skype da Homs. Una settimana fa gli estremisti dello Stato islamico hanno ucciso un leader militare dei ribelli a un posto di blocco. Il giorno dopo i ribelli hanno chiesto la consegna degli assassini, ma non è ancora avvenuta. Altri scontri sono avvenuti a Dana, un piccolo centro vicino al confine turco, dove gli estremisti hanno lasciato la testa di due ribelli come avvertimento accanto a un bidone dell’immondizia.

18 LUG 2013

La guerra di Israele in Siria

La versione americana. Secondo fonti americane che hanno parlato prima con la Cnn e poi con il New York Times, l’aviazione israeliana ha distrutto un deposito militare in Siria, vicino al porto di Latakia, nelle ore prima dell’alba del 5 luglio. Israele aveva già bombardato lo stato vicino il 30 gennaio, il 3 maggio e il 5 maggio. Il problema è che questa volta il deposito militare si trovava in profondità, ad almeno 20 chilometri dalla costa siriana, quindi gli aerei israeliani non hanno potuto utilizzare la tecnica cosiddetta del lofting, quando cabrano bruscamente per imprimere alle bombe un effetto catapulta che le spinge in orizzontale.

17 LUG 2013

“Due attacchi chimici non sono opera di Assad”, dice un ribelle siriano al Cairo

Una fonte dell’opposizione siriana che in questo momento è al Cairo dice al Foglio di essere a conoscenza di due casi di attacchi con armi chimiche in Siria di cui l’esercito del governo non è responsabile. “Il primo caso si è verificato a Homs, il 23 dicembre 2012. Il responsabile dell’attacco è un ingegnere chimico siriano che ha lavorato negli Stati Uniti ma che in quel periodo faceva avanti e indietro tra Siria e Turchia, io l’ho sentito nominare come ‘Abu Abdel Rahman Zuheiry’ o anche come ‘Doctor Zuheiry’ – dice la fonte al Foglio – so che ha portato sostanze chimiche con sé dentro la Siria e che per giustificarsi diceva che erano medicinali.

13 LUG 2013
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