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Disastro strategico

In Siria Obama non ha più un interlocutore. Il più presentabile è in fuga

A ottobre il Foglio ha chiesto al massimo esperto di Siria dell’Amministrazione Obama – Frederic Hof, ex consigliere speciale del presidente americano – se l’America si può fidare di un leader della ribellione. A chi potete credere ancora? A chi dareste aiuto e armi? “Al generale Selim Idriss”. La settimana scorsa però il generale è scappato dalla Siria perché il suo quartier generale è stato attaccato non dalle truppe del governo – si trova lontano dalla prima linea e vicino al confine – ma da un altro gruppo di ribelli, il Fronte islamico, che voleva impadronirsi delle armi e dell’equipaggiamento – in parte donato dagli americani.

17 DIC 2013

Dottrina La Fayette

Potrebbe essere chiamata “dottrina La Fayette”, dal nome del generale francese che fu spedito ad aiutare in guerra George Washington e ancora oggi rappresenta la figura del pontiere tra Washington e Parigi. In Libia contro Gheddafi, nel Mali, in Siria e ora nella crisi della Repubblica Centrafricana, l’Amministrazione Obama e l’Eliseo hanno imparato a intervenire coprendosi a vicenda. Lunedì notte il capo del Pentagono, Chuck Hagel, ha ordinato di organizzare entro oggi un ponte con aerei da trasporto militari americani per trasferire circa 850 soldati del Burundi a Bangui, capitale in guerra della Repubblica Centrafricana.

11 DIC 2013

“Di chi era quel gas nervino?”

Scoop di Smentita Hersh sulle armi chimiche in Siria. Ma non quadra

Domenica il sito della London Review of Books ha pubblicato un presunto scoop di Seymour Hersh sulla guerra in Siria intitolato “Whose Sarin?”: il gas sarin di chi? Hersh scrive che l’Amministrazione Obama non ha prove definitive della responsabilità del presidente siriano Bashar el Assad e sostiene che nasconde alcune informazioni sulla capacità di un gruppo terrorista chiamato Jabhat al Nusra di produrre gas sarin.

09 DIC 2013

Ci sono dei buchi nelle ispezioni dell’Opcw all’arsenale chimico di Damasco

Martedì una lettera del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon al Consiglio di sicurezza è diventata pubblica. Doveva essere riservata, ma è stata messa da un reporter sul sito del canale arabo al Hurra e poi è stata confermata come autentica da alcuni diplomatici dell’Onu. La lettera di Ban Ki-moon è datata 27 novembre e descrive le attività dell’Opcw in Siria tra il 23 ottobre e il 26 novembre.

06 DIC 2013

Israele, l’Iran e l’amico americano

Domenica il New York Times ha dedicato un ritratto al ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, per due motivi. Il primo è che è appena tornato al suo incarico dopo essere stato undici mesi fuori dai giochi per un’accusa di corruzione da cui è stato assolto. Il secondo è che Lieberman adesso è “irriconoscibile rispetto a prima”, quando era considerato il più duro e aggressivo tra i membri del governo, con una tendenza all’eccesso e a uscire dai limiti consentiti della diplomazia (si ricordano i litigi pubblici con Hillary Clinton, quando lei era segretario di stato). “Quello stile abrasivo ora è assente – nota il New York Times (che scrive di avere chiesto inutilmente un’intervista al ministro).

04 DIC 2013

In ginocchio da Assad

Ambasciatori europei e servizi segreti sono impegnati in visite discrete a Damasco per tentare di riallacciare le relazioni con il governo siriano dopo anni di apertissimo sostegno all’opposizione, scrive Sammy Katz di France Press da Beirut. Secondo sue fonti, alcuni servizi segreti occidentali hanno contattato le loro controparti siriane per mettere alla prova i vecchi legami. Alcuni hanno anche incontrato il generale Ali Mamlouk, che è sulla lista degli uomini di regime colpiti dalle sanzioni dell’Unione europea.

03 DIC 2013

Monaco non c’entra nulla e il pre-accordo conviene. Cinque buone ragioni

Il paragone storico con Monaco 1938 è il grido d’allarme più abusato del repertorio ma non ci aiuta a capire nemmeno un grammo in più di cosa sta succedendo davvero. Stiamo parlando di Israele, che è uno stato sovrano e anche la potenza militare più avanzata di tutto il medio oriente, e stiamo parlando di armi atomiche, di Repubblica islamica iraniana e di sanzioni internazionali che colpiscono soprattutto il mercato del greggio. Queste cose nel 1938 non esistevano e oggi si dovrebbe poterne parlare senza per forza essere costretti a passare di nuovo dai Sudeti. Meotti L'accordo nucleare di Ginevra? E' peggio di Monaco '38

30 NOV 2013

Il Mossad dice: ora potremmo marciare su Damasco in un giorno

Martedì il gabinetto di sicurezza  israeliano è andato in una sede del Mossad per ascoltare il rapporto annuale sulla sicurezza di Israele in medio oriente, scrive il quotidiano Yedioth Ahronoth. Il gabinetto di sicurezza è un Consiglio dei ministri ristretto a Difesa, Sicurezza interna, Finanze e Giustizia, con qualche aggiunta facoltativa. Secondo il rapporto del Mossad che è stato presentato al comitato, la posizione di Israele è migliorata perché molti stati arabi che sono suoi nemici tradizionali o potenziali in questo momento sono alle prese con sconvolgimenti interni.

29 NOV 2013

Voglia di pace /1

Due equivoci nel “patto” tra il Papa e Putin per la fine delle violenze in Siria

Ieri i tre maggiori giornali italiani hanno dato risalto all’incontro in Vaticano tra il Papa e il presidente russo Vladimir Putin. Il Corriere ha titolato: “Il Papa riceve Putin: basta violenze in Siria”. La Repubblica ha scelto: “Il patto di Putin e Bergoglio: ‘Insieme per difendere i cristiani, vertice a Mosca sul medio oriente’”. E la Stampa ha scritto: “Lo zar bacia l’icona ed è intesa con il Papa: ‘Fermare le violenze contro i cristiani’”. Questi tre titoli si trascinano dietro due grandi equivoci sulla guerra civile in Siria, a partire dalla questione emergenziale della minoranza cristiana.

27 NOV 2013

Prima e dopo Ginevra

Provvisorio? L’accordo con l’Iran ha già effetti (su Israele e sui siriani)

L’accordo sul nucleare con l’Iran è provvisorio e durerà soltanto sei mesi, il tempo di lavorare a un vero patto, ma alcuni effetti laterali sono già definitivi. L’Amministrazione Obama e il governo israeliano hanno raggiunto la dissonanza più totale mai registrata nella storia delle relazioni tra i due paesi: domenica il segretario di stato, John Kerry, ha detto che l’accordo con l’Iran rende più sicuro anche Israele, il premier Benjamin Netanyahu lo ha definito “un errore storico” e il suo ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, “la più grande vittoria diplomatica della Repubblica islamica dai tempi della rivoluzione khomeinista”. Leggi Il testo dell'accordo siglato a Ginevra

26 NOV 2013
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