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Perché Bersani non potrà dire a lungo "no" alla riforma dell'articolo 18

Questa mattina il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, si è lasciato sfuggire una dichiarazione molto minacciosa in relazione alla possibilità che il governo guidato da Mario Monti nei prossimi giorni possa mettere davvero mano al famoso articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Toccare “l’articolo 18 ora è roba da matti”, ha detto Bersani durante il brindisi di auguri con il gruppo dei deputati del Pd alla Camera. Le parole di Bersani verranno probabilmente lette come una sorta di “altolà del Pd all’articolo 18” ma le cose nel Pd sono molto più complicate di come potrebbero sembrare.

21 DIC 2011

"L'articolo 18 non è un tabù". Parla il responsabile Welfare del Pd

Dopo la tosta intervista rilasciata ieri dal ministro Elsa Fornero al Corriere della Sera e dopo le dure reazioni offerte in queste ore dai sindacati in merito alla proposta di riformare il mercato del lavoro mettendo in discussione una volta per tutte l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori (una proposta "folle", ha sentenziato senza appello oggi Susanna Camusso sempre sul Corriere della Sera), in molti si sono chiesti, al di là dei tatticismi, quale sia la linea ufficiale su questo tema portata avanti da uno dei tre partiti che fanno parte della nuova maggioranza di governo: il Pd.

19 DIC 2011

La sfida dei montiani del Pd

Nella pancia del Partito democratico c’è una nuova, robusta, combattiva e ambiziosa creatura politica che sta prendendo forma con una velocità sorprendente, e che da qui alla fine della legislatura cercherà di conquistare sempre più spazio all’interno del centrosinistra. Questa strana creatura, a voler essere sinceri, aveva offerto diversi segnali di vitalità ben prima dell’arrivo di Mario Monti a Palazzo Chigi, ma la verità è che da quando l’ex numero uno della Bocconi si è insediato alla guida del governo non passa giorno senza che i sismografi di Montecitorio non rilevino la presenza sempre più rumorosa di questo nuovo soggetto politico.

09 DIC 2011

L’uomo al centro dei due Pd

Oggi ci sono soprattutto le polemiche sulle pensioni, le critiche sulla contrattazione aziendale, le preoccupazioni sulla riforma del mercato del lavoro, i nervosismi sul pareggio di bilancio e le solite tensioni sull’abolizione dell’articolo 18. Ieri invece c’erano la battaglia contro Marchionne, le critiche alla Bce, il sostegno agli indignados, gli scontri con Enrico Letta, i litigi con Matteo Renzi, i battibecchi con Pietro Ichino, le parole sulla Fiom, le critiche al modernismo e naturalmente le invettive contro il blairismo, il giavazzismo, il liberismo, e così via.

03 DIC 2011

La caduta di Bersani

Apparentemente la situazione sembrerebbe perfetta per Pier Luigi Bersani: con Silvio Berlusconi che va fuori da Palazzo Chigi, i berlusconiani che vanno fuori dal governo, gli amici bocconiani che danno vita a un nuovo esecutivo e con il suo partito che tre anni e mezzo dopo aver perso le elezioni si ritrova magicamente a dare la sua più completa fiducia a una nuova squadra di governo: e il tutto senza il minimo sforzo, senza aver avuto bisogno di perdere tempo con delle nuove e inutili e noiosissime elezioni ma impegnandosi semplicemente a farsi portare sotto braccio per un po’ di tempo dalla diabolica Signorina spread.

26 NOV 2011

Dietro il clima da sobrietà nazionale

Storia del travaglio segreto vissuto dal gioioso Pd di governo

Roma. In questo spumeggiante clima di grande sobrietà nazionale – in cui Pier Luigi Bersani cordialmente dialoga con Fabrizio Cicchitto, in cui Walter Veltroni gentilmente si congratula con Pier Luigi Bersani, in cui Enrico Letta appassionatamente scrive a Mario Monti, in cui Dario Franceschini sentitamente elogia Pier Ferdinando Casini, in cui Rosy Bindi genuinamente plaude ad Angelino Alfano – c’è una storia importante che, tra un applauso e un altro, un sorriso e un altro, un abbraccio e un altro, prima o poi si dovrà pure raccontare. La storia riguarda una serie di preoccupazioni non secondarie vissute in queste ore da uno dei partiti che da ieri pomeriggio ha dato la sua completa fiducia alla nuova squadra di governo: il Pd.

19 NOV 2011

Davvero era inevitabile il governo tecnico?

Ricordate i Piigs? Cinque ragioni per cui votare in Italia non era una follia

Ehi, ragazzi non fatevi fregare. In questi giorni, lo avrete notato, sta passando la linea che la scelta di non andare a votare è stata una decisione prima ancora che saggia semplicemente inevitabile. Perché – è ovvio no? – quando un paese economicamente sta messo molto male quel paese non può, non deve, perdere tempo a sciogliere le Camere e non può certo permettersi di convocare inutili elezioni.Ragazzi: non è vero. Non votare, ovviamente, non era l’unica scelta, e non era una scelta inevitabile. E’ stata una scelta. Punto. Una scelta, però, che in questi mesi ha fatto soltanto l’Italia.

16 NOV 2011

Un'espressione geografica/ 5

Una democrazia commissariata non è mai una democrazia virtuosa

Immaginate, solo per un istante, che cosa sarebbe successo a parti inverse: con un Pier Luigi Bersani al governo, con una crisi economica bestiale, con uno spread alle stelle e con un presidente del Consiglio sostituito in corsa da un altro presidente del Consiglio molto bravo, molto simpatico, molto serio, molto rigoroso ma semplicemente non eletto dal famoso popolo sovrano. Insomma: è probabile che ci sarebbe stata una mezza rivoluzione se il presidente del Consiglio salito al Quirinale per dimettersi sabato sera avesse avuto un nome diverso da quello di Silvio Berlusconi.

15 NOV 2011

Tutti i dubbi degli ulivisti del Pd sul governissimo

Monti e la sconfitta della politica

Non riuscivamo a crederci e quindi alla fine lo abbiamo chiamato. Drindrin. Pronto professor Romano Prodi, ci scusi, ma davvero l’altro giorno lei ha detto, a una radio svizzera, che il governo tecnico “è una sconfitta per la politica”? Prodi fa una lunga pausa e poi gentilmente risponde alla domanda. “Proprio così”, dice Prodi.

12 NOV 2011

Il governo Monti è la morte del bipolarismo?

Chissà che cosa ne pensano i bipolaristi convinti e i maggioritari sinceri di tutto quello che sta succedendo in questi giorni intorno al governo Monti. E chissà che cosa ne pensano, nel Partito democratico, i vecchi prodiani e vecchi ulivisti di questa creatura che ogni giorno che passa sembra prendere sempre più forma nel panorama politico italiano. Domani sul Foglio indagheremo su questo tema. Quelle che qui seguono sono le parole che ci ha appena rilasciato un ulivista doc come Arturo Parisi.

11 NOV 2011
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