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Renzi passa il Rubicone

Perché sì: “Io lo vorrei fare perché ci tengo davvero al Pd e sono sicuro che è solo con un partito innovativo, leggero, scattante, agile, e per questo non fragile, che possiamo cambiare l’Italia, imporre un bipolarismo di fatto, conquistare gli elettori degli altri partiti e dare una mano al governo, con lealtà ma senza piaggeria: preparandoci come è giusto che sia all’appuntamento con le prossime elezioni smettendola di smacchiare i giaguari, smettendola di farci dettare l’agenda dai nostri avversari, smettendola – che palle! – di farci governare dalle correnti e cominciando a farlo davvero, questo benedetto Pd.

21 GIU 2013

Storia e ragioni delle inedite convergenze parallele tra Renzi e D’Alema

La strana coppia

Questa è la storia di un partito molto divertente, molto affascinante, molto intrigante, molto forte, molto in ascesa, molto interessante che a pochi giorni dal buon risultato ottenuto alle elezioni comunali dimostra però ancora una volta di essere – e lo diciamo con affetto – un po’ squilibrato, e un po’ fuori di testa. Intendiamoci: meglio avere un partito fuori di testa che essere fuori di testa senza avere neppure un partito. Ma per quanto ci si possa girare attorno la situazione in cui si trova oggi il Pd è oggettivamente paradossale.

13 GIU 2013

Piccolo Pigi mena

Le patacche che Travaglio non vuole vedere sulla trattativa

La scorsa settimana sul Fatto quotidiano, Marco Travaglio ha utilizzato la sua penna delicata per raccontare l’evoluzione del famoso processo sulla trattativa stato mafia. Sfortunatamente per i lettori del Fatto, però, Travaglio non ha dedicato il suo spazio né per rispondere al saggio con cui Giovanni Fiandaca – uno dei più autorevoli studiosi di diritto penale d’Italia considerato un “maestro” anche dal magistrato che prima di arrivare ad Aosta conduceva l’inchiesta sulla trattativa, ovvero Antonio Ingroia – ha fatto a pezzi il processo sulla trattativa.

11 GIU 2013

Quel vero braccio di ferro

Il dossier inedito del guru di Renzi che svela i piani per incalzare Letta

Qualche giorno fa il Foglio è entrato in possesso di un documento gustoso, e ancora inedito, che verrà presentato nelle prossime settimane ai vertici del Partito democratico e che costituisce uno degli architravi sui quali si andrà ad articolare in campo economico la proposta politica del leader in pectore del Pd del futuro, ovvero Matteo Renzi. Il documento è datato otto maggio, è composto da settantuno pagine ed è firmato da un deputato del Pd che negli ultimi mesi è diventato a tutti gli effetti il guru economico del Rottamatore. Segnatevi questo nome: Yoram Gutgeld.

08 GIU 2013

Ora parla il generale Mori

Se fosse un film, dicono gli amici del generale Mario Mori, quella di venerdì prossimo potrebbe essere la scena finale di una pellicola intitolata più o meno così: “Indagine su un papello al di sotto di ogni sospetto”. E in effetti, a volerla prendere con ironia, la sorpresa che l’ex comandante dei Ros sta preparando per venerdì pomeriggio presenta alcune sfumature che, se messe insieme una accanto all’altra, potrebbero incuriosire un bravo regista con sensibilità per gli spettacoli comici. Ferrara Il processo sulla trattativa stato-mafia è una boiata pazzesca - Scarica il saggio di Giovanni Fiandaca

04 GIU 2013

No austerità, no riforme?

Letta tra quattrini e Mattarellum

Tre cerchi, tre piani, tre strategie, tre modi diversi di osservare la vita del governo e un sospetto che giorno dopo giorno ha sempre più il volto del sindaco di Firenze, ovvero Matteo Renzi. La giornata vissuta ieri da Enrico Letta, tra una riunione con i consiglieri politici, una mozione presentata alle Camere, un messaggio ricevuto dall’Europa e una battaglia combattuta all’interno del Pd sul tema della legge elettorale, sintetizza il percorso complicato che il presidente del Consiglio dovrà seguire nei prossimi mesi per applicare il programma di governo e rimanere in equilibrio tra le micro tensioni che emergono quotidianamente dal fronte parlamentare, e in particolare nel Pd. Leggi anche Cerasa Il cacciavite e il martello. Letta, Renzi e la sfida dagli undici metri

30 MAG 2013

In che senso le amministrative hanno premiato la grande coalizione

Cercare di inserire all’interno di una cornice nazionale il risultato uscito dal primo turno delle amministrative di ieri non è facile e per certi versi è un puro esercizio di stile, perché in tutti i comuni in cui si è andato a votare ci sono storie squisitamente locali alle quali sarebbe azzardato dare un senso extra territoriale. Oggi, naturalmente, molti giornali si concentreranno sull’“incredibile” calo dell’affluenza, noteranno il grande divario con i numeri registrati alle elezioni di cinque anni fa (52 per cento oggi, 73 per cento nel 2008), si dimenticheranno di dire che a Roma in realtà il termine di paragone sull’affluenza va ricercato nell’ultima elezione avvenuta senza il traino del voto nazionale. Perché le larghe intese fanno bene al Pd di Morando e Tonini

28 MAG 2013

Cinquanta sfumature di grigio

Il cacciavite e il martello. Letta, Renzi e la sfida dagli undici metri

Più che i paragoni con Mario Monti, più che le similitudini con Beniamino Andreatta, più che gli accostamenti con Giulio Andreotti, più che i confronti con Pier Luigi Bersani, più che i parallelismi con Ciriaco De Mita e più che le analogie con Romano Prodi, il modo migliore per iniziare un articolo sulla storia di Enrico Letta senza aprire la bocca e cominciare subito a sbadigliare è quello di chiudere per un attimo i libri di politica, aprire al volo l’almanacco delle figurine Panini, andare alla lettera “T” e segnarsi rapidamente su un foglietto di carta un nome che tutti conoscerete e che ci tornerà utile per capire qualcosa in più sul percorso che ha portato il nostro presidente del Consiglio a guidare la prima grande coalizione della nostra repubblica: Giovanni Trapattoni.

25 MAG 2013

Renzi e l’imposizione di una leadership. Ecco come il Pd prova a sconfiggere il tabù del carisma

“Sì sì, bravi, voi continuate pure a occuparvi di congresso, ma non lo vedete che nel Pd sta succedendo una cosa storica per la sinistra?”. A una settimana esatta dall’elezione di Guglielmo il Traghettatore Epifani alla guida provvisoria del Partito democratico le notizie ci dicono che all’interno del Pd la situazione è più liquida e più in movimento rispetto a quanto in molti vogliano far credere. E anche se nei prossimi giorni continueranno a fioccare le discese in campo per il prossimo congresso la verità è che fino a quando Matteo Renzi non deciderà che cosa fare tutto sarà complicato da decifrare e tutti (in primis i big) saranno molto prudenti sia nel mostrare le proprie carte sia nel mostrare la propria preferenza per questo o quell’altro candidato.

18 MAG 2013

Il libro aperto dei leader

Perché il nuovo Pd passa tutto dalle mosse di Renzi sulla segreteria del partito

La complicata fase di transizione che si è aperta nel centrosinistra con l’elezione di Guglielmo Il Traghettatore Epifani a segretario reggente del Partito democratico ha proiettato la rotta del Pd su un cammino che, comunque andranno le cose, sarà condizionato dalle scelte che nei prossimi cinquanta giorni farà il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Sabato scorso, tra un intervento e l’altro all’assemblea, in tutti i capannelli venutisi a creare tra i padiglioni della Fiera di Roma il tema che accompagnava molti dialoghi dei delegati Pd era legato al futuro del Rottamatore; e non per una questione di pettegolezzi o di morbosità, ma per il semplice fatto che mai come oggi il destino del Pd è legato al destino di Renzi.

15 MAG 2013
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