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Bipolaristi ma non talebani

Il Cav. ambidestro punta sul sistema spagnolo e fa sogni proporzionali

Questione di piedi. Nel grande frullatore che i supremi giudici della Consulta hanno azionato dichiarando incostituzionale la legge Calderoli, la posizione più indecifrabile, più misteriosa e potenzialmente più sorprendente tra quelle espresse dai principali leader politici italiani non è quella di Matteo Renzi (che sostiene il maggioritario), non è quella di Massimo D’Alema (che sostiene una qualsiasi legge che non vada bene a Renzi), non è quella di Romano Prodi (che sostiene il bipolarismo), non è quella di Enrico Letta (che, come Alfano, sostiene il maggioritario solo a condizione che non si faccia presto), ma molto più semplicemente, e vedremo perché, è quella di Silvio Berlusconi.

07 DIC 2013

Il lampadina di Renzi

Di là, ovviamente, c’è la tradizione, con le sue regole, la sua memoria, i suoi costumi, i suoi rituali, il suo amore per la ditta, la sua passione per l’usato sicuro, la sua reverenza per il bianco e nero dell’apparato e la sua devozione per i percorsi ordinati. Di qua, invece, ci sono i giubbottini di pelle, le carte d’identità, le provocazioni culturali, le novità, i percorsi veloci, gli aperitivi con Briatore, gli atteggiamenti sfacciati e la devozione per gli schemi che saltano, per i rituali che si infrangono e per le rupture che a tutti i costi bisogna dimostrare.

05 DIC 2013

Renzi, lo scasso e il piano b

Sergio Staino ha inquadrato alla perfezione la condizione particolare in cui si troverà Matteo Renzi con una formidabile vignetta pubblicata due giorni fa sull’Unità. “Renzi comincia già a dare ordini, eh”. “Sì, da segretario sarà più difficile però”. Ecco. A cinque giorni dalla convocazione dei gazebo del Pd il paradosso di Staino non è una semplice battuta ma è una situazione precisa in cui si troverà Renzi da segretario del Pd qualora il governo Letta-Napolitano dovesse riuscire a disinnescare tutte le bombe che il Rottamatore metterà sotto le fragili fondamenta che sostengono le piccole intese. Leggi la lettera di Civati Perché con Renzi le larghe intese non finiscono più e la lettera di Zingaretti Perché il Pd non è pronto a sfidare la nuova destra

04 DIC 2013

La scacchiera di Re George

Perché al Quirinale maneggiano di nuovo la parola “dimissioni”

I vecchi amici di Napolitano lo dicono con lo sguardo grave di chi vuole farti capire che le voci non sono soltanto voci ma sono qualcosa di più. “Senza riforme non c’è più il governo. E senza questo governo non c’è più Napolitano”. Al contrario delle ultime occasioni, quando il tema “dimissioni di Napolitano” è stato messo in circolo solo per scongiurare il rischio che Letta potesse ritrovarsi senza i numeri per far vivere il governo, questa volta, per Re George, la partita non riguarda la vita delle larghe intese ma riguarda il Dna dell’esecutivo. Pace Il buio della sinistra e il sangue dei suoi nemici. Dal Duce al Cav.

30 NOV 2013

La nuova marcia del Pd

Meno dieci, ci siamo. Domenica otto dicembre Matteo Renzi, un anno dopo aver perso le primarie contro Pier Luigi Bersani, dovrebbe essere eletto segretario del Partito democratico e pensando a quella data non ci vuole molto per capire che da quel momento in poi nei rapporti tra l’universo del Pd e quello del governo comincerà una fase nuova e movimentata. Da un lato ci sarà un presidente del Consiglio che, sotto la protezione del Re del Quirinale, si sentirà legittimato a comandare dall’alto sul suo Pd. Dall’altro lato, invece, ci sarà un segretario meno morbido, diciamo, rispetto a Guglielmo il Silenziatore Epifani. Ferrara Lo scontro tra l’erede del berlusconismo e quello del lettismo

29 NOV 2013

Perché la decadenza del Cav. spinge Renzi verso l’imbuto lettiano

Un conto sono i centometri, con tutta l’energia esplosiva indirizzata verso quel percorso breve, fulmineo, istantaneo, e con tutta quella voglia di scaricare la propria potenza nell’immediato, Adesso, e non tra un anno, due o chissà quando. Un conto, invece, sono i percorsi come i tremila siepi, le corse lunghe, le distanze infinite, e tutti quegli ostacoli e quelle barriere mobili e quelle vasche d’acqua posizionate qua e là sulla pista che gli atleti, e in questo caso i politici, possono affrontare solo dopo aver portato a termine un lungo allenamento in cui, più che la forza esplosiva dei muscoli, conta la capienza del torace.

28 NOV 2013

Berlusconi e Grillo all'opposizione. L'inevitabile tentazione di Renzi

Fine delle larghe intese. Conseguenze

Leggi anche Per Forza Italia "il governo delle larghe intese è finito"

26 NOV 2013

Fine delle larghe intese. Conseguenze

26 NOV 2013

Tra agenda e calendario

Le cartucce che sparerà Renzi per buttar giù il muro di Letta e Nap.

Sono le quindici e trenta, siamo a Roma, a due passi da Montecitorio, e un esponente importante del Pd vicino a Dario Franceschini sintetizza con una frase fulminante quello che sarà il destino, e insieme il paradosso, di Renzi alla guida del Pd. “Matteo, con Enrico, vorrebbe essere pure leale. Ma il punto è un altro: non è che non vuole, semplicemente Matteo non può”. Visto sotto questa lente di ingrandimento, la corsa del sindaco verso la conquista della leadership democratica (le primarie sono l’otto dicembre) offre molti indizi utili a capire le ragioni per cui la segreteria a trazione renziana non potrà che avere un effetto ruspa sulla famosa e indecifrabile stabilità del governo.

22 NOV 2013

Dietro “l’aggressione”

Così Letta archivia il caso Cancellieri e lancia la sua sfida a Renzi e a Rep.

Ma con chi ce l’aveva Enrico Letta? Nel grande frullatore del Partito democratico gli ingredienti che hanno dato un sapore alla giornata di ieri sono quelli legati alla mozione di sfiducia presentata  dal Cinque stelle alla Camera contro Annamaria Cancellieri e respinta dal Pd, da Forza Italia e dal Nuovo centrodestra con 405 voti contrari e 154 voti a favore.

21 NOV 2013
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