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Prima delle quirinarie

Bersani, i pugnali, il dramma dell’abbraccio al Caimano

Il sapore della sconfitta incassata ieri mattina da Pier Luigi Bersani al termine della prima drammatica votazione per il rinnovo della presidenza della Repubblica non deriva da una semplice insurrezione che il corpaccione ribelle del Partito democratico ha voluto manifestare, bocciando con numeri clamorosi il nome scelto dal segretario per cercare una larga condivisione con il centrodestra sul successore di Giorgio Napolitano; ma nasce soprattutto dalla strategia per molti versi autolesionista portata avanti dal leader del centrosinistra dal giorno successivo alla “non vittoria”.

19 APR 2013

Il Pd, Marini e la trama di D’Alema per prepararsi al caos

Fino a ieri pomeriggio – ovvero fino a poche ore prima che Bersani consegnasse a Berlusconi la rosa dei candidati per il Quirinale, con Franco Marini in testa – sul percorso seguìto dal Pd per arrivare all’elezione del successore di Napolitano molte delle impronte lasciate sul terreno continuavano ad avere l’inconfondibile forma di Massimo D’Alema. Formalmente, il nome dell’ex premier non è mai stato in cima alla lista dei quirinabili, e nell’ottica di Bersani ha rappresentato solo una soluzione d’emergenza da utilizzare in caso di fallimento delle trattative sui due veri candidati del segretario: prima Giuliano Amato e ora, come confermato ieri sera da Pier Luigi Bersani, Franco Marini.

18 APR 2013

Leader incartati

Il Pd scopre che sul Quirinale anche Renzi ha un piano B

A ventiquattr’ore dalla convocazione dei grandi elettori che da domani mattina si riuniranno a Montecitorio per scegliere il nome del successore di Giorgio Napolitano, i segnali che arrivano dall’interno del Pd, e soprattutto dall’effervescente (eufemismo) fronte renziano, indicano che dietro alla battaglia combattuta in questi giorni dal sindaco di Firenze in vista del rinnovo del Quirinale esistono due partite parallele che ancora non sono perfettamente emerse alla luce del sole. Una partita più di bandiera, e per questo sbandierata, e l’altra invece più di sostanza, e per questo meno sbandierata.

17 APR 2013

Chi uscirà vincitore dalla lite tra Renzi e Bersani - Il commento di Claudio Cerasa

Ascolta e guarda il commento

15 APR 2013

Chi uscirà vincitore dalla lite tra Renzi e Bersani

15 APR 2013

Nella pentola a pressione del Pd

Nella complicata e per molti versi indecifrabile partita a scacchi che il centrosinistra sta giocando in vista dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica, le mosse di Pier Luigi Bersani saranno condizionate dalle varie microesplosioni che in questi giorni hanno rivoluzionato la geografia interna al Partito democratico. L’intervista, clamorosa, rilasciata ieri alla Stampa da Rosy Bindi, che da presidente del Pd ha bocciato la strategia del segretario con la quale si “rischierebbe di regalare a Berlusconi le chiavi del nostro cosiddetto governo del cambiamento”, è solo l’ultimo dei numerosi segnali d’insofferenza arrivati all’orecchio di Bersani. Merlo Il discorso del Cav. a Bari - Rizzini Né fresco né nuovo né di rottura. Eppure Barca prenota il dopo Bersani - Pomicino La sintesi fallita dal Partito democratico è oggi nelle mani di Barca e Renzi

12 APR 2013

“L’accordo con il Pdl è possibile, e siamo aperti per il Quirinale”. Parla Gotor

Quel “siamo solo all’inizio” sussurrato con un timido sorriso da Enrico Letta alla fine del colloquio tra Berlusconi e Bersani è stato interpretato da una buona parte del Pd come un piccolo ma comunque significativo segnale che forse, nonostante le diffidenze tra il giaguaro e il suo smacchiatore, nel dialogo tra centrodestra e centrosinistra qualcosa si muove. La strada indicata ieri da Bersani al leader del Pdl non prevede un’apertura alla richiesta del Caimano di entrare con le proprie truppe dentro il governo a guida Pd ma al netto delle differenti posizioni tra i due schieramenti dopo l’incontro di ieri nel Partito democratico c’è chi vede aprirsi in modo imprevisto uno spiraglio per un governo a guida Bersani.

10 APR 2013

Quirinale anti moralizzatori

Così Bersani scopre che il governo nasce solo da un patto con il Caimano

Sbandata o sterzata? Sull’insidiosissimo percorso che separa Pier Luigi Bersani dall’elezione del presidente della Repubblica si è materializzata improvvisamente una biforcazione che sta costringendo il centrosinistra a fare i conti con una scelta  decisiva per capire il destino del prossimo governo. La scelta riguarda un problema che Bersani era convinto di poter aggirare portando a termine l’operazione “scouting grillino” lanciata tempo fa dal segretario per dividere il fronte del 5 stelle e provare a conquistare quei nove senatori che mancano all’appello al centrosinistra per avere una maggioranza a Palazzo Madama. Leggi Bersani al Cav.: "Ti conosco mascherina, no al Governissimo" - Leggi Effetto Renzi

09 APR 2013

Bye bye Prodi

Le larghe intese, già, ma con chi? Anche ieri pomeriggio è capitato che diversi esponenti del Pd, dovendo ragionare sul percorso da seguire per arrivare a una candidatura condivisa del prossimo presidente della Repubblica, hanno ripetuto ad alta voce che il profilo su cui scommettere in vista dell’imminente rinnovo del Quirinale (18 aprile) non potrà essere troppo legato a una parte politica ma dovrà essere frutto di una larga intesa con il maggior numero di forze parlamentari. Già, ma in che senso? E con quali forze?

06 APR 2013

Verso una nuova direzione

Problemi di Unità. Così Bersani scopre il fronte degli ammutinati del Pd

Al di là delle questioni di merito, le mitragliate partite ieri dal fortino renziano contro il direttore dell’Unità Claudio Sardo, colpevole secondo i rottamatori di avere scritto falsità sul presunto “no di Renzi a un governo Bersani”, dimostrano che i sostenitori del sindaco si sono convinti che nel centrosinistra ci sono le condizioni per dar vita a una nuova fase politica. In questo senso, la polemica sul titolo scelto dall’Unità per aprire il giornale di ieri (i renziani rivendicano il fatto che il sindaco non ha mai detto che non vuole un governo Bersani) rientra all’interno dell’operazione “rottamare il vecchio apparato Pd” e in un certo modo nasce da una consapevolezza di cui si sono persuasi i sostenitori del Rottamatore: nel Pd sono cambiati gli equilibri e i tempi per imporre un cambio di passo sono maturi.

06 APR 2013
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