(foto LaPresse)

Qual è la distanza esatta per proteggersi dalle cazzate che si scrivono?

Andrea Marcenaro

Pierluigi Battista si è messo a far di conto ma ha dimenticato la misura più importante

Pierluigi Battista è terribilmente in ansia, ce l’ha fatto sapere dal Corriere: “Si fa presto a dire ‘distanza’ fisica, sociale… poi i numeri ballano, le cifre non tornano, la matematica diventa un’opinione”. Prendiamo il lettino del mare. Dicono a cinque metri, gli scienziati. Già. Se però lo spostiamo, nel gioco dell’ombra che si accorcia o si allunga? Eh? E i tavoli del ristorante? Perché a metri quattro? Mentre uno solo tra i commensali? Laddove per la metro, oppure per il bus, vale un quarto della distanza tra i tavoli? O un quinto del lettino (mobile, tra l’altro)? Vale a dire tre quarti della distanza tra gli starnuti di prima e gli starnuti di ora? Otto quinti che nei negozi di prossima apertura? Otto quinti, per la precisione, meno venti centimetri? Ed è in difesa del buon nome della scienza, che Battista si pone queste mille domande. Più altre. Chi può dire che al ristorante andrai con qualcuno che conosci e non con sconosciuti, come si faceva prima del lockdown? Chi garantisce che alla toilette andrai da solo? Che trenta metri di distanza sull’autobus sarebbero una scemenza? O che cinque metri tra gli ombrelloni senza mascherina, questo lo chiediamo noi, non possano salvare capra e cavoli come un millimetro e diciassette tra fidanzati all’acme della passionei? E che bisogna fare i conti, insomma, con quel che c’è? E che nessuna lontananza da nessuno, perfino nel chiuso da dove scrivi, potrà mai garantire sufficiente distanza dalle cazzate?

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.