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Gustavo Zagrebelsky, non parli più?

Andrea Marcenaro

Sta andando in scena una solenne cantonata culturale e storica. L’ultima sollecitazione l’ho letta ieri

L’ultima sollecitazione l’ho letta ieri. Cioè. Piove, frana, va in onda la Meloni per la Patria, l’opposizione è su Marte, cancellano la prescrizione, la particina di popolo con cui tocca far fronte gode che venga giù Portofino così la barca dell’Amor nostro, almeno, impara; l’Amor nostro, lui, rammenda, e rammenda, e rirammenda ancora quelle sue favolose calze a rete; con l’ago e il filo di un superbo Tajani; Claudio Magris dà il meglio di sé confondendo Ezra con Casa; scrive Mieli, anticipato da Pigi, che il cerchio resta cerchio, su questo non ci piove, quanto alla botte, però, sta andando in scena una solenne cantonata culturale e storica: ma lasciateli lavorare, perlamadonna, eredo-comunisti che non siete altro; perfino a Repubblica si sono convinti di poggiare su un passato per bene; sette sciami di cavallette stanno planando sopra i campi del terzo figlio così come sui risparmi nostri, eppure, eppure mentre quello dorme, e fortuna che almeno ce n’è uno, il masochista che è in noi non ce la fa: ehi tu, Gustavo Zagrebelsky, non parli più?

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.