iWine a prova di Brexit

Edoardo Narduzzi

Cosa succederà nei prossimi anni nel ricco mercato britannico per gli esportatori italiani di vino italiano?

Teresa May, premier per caso del Regno Unito e favorevole al Remain, ha attivato la Brexit. Cosa succederà nei prossimi anni nel ricco mercato britannico per gli esportatori italiani di vino italiano è terra incognita perché la Gran Bretagna ha deciso di lasciare anche il mercato unico e l’unione doganale. Bere buon vino a Londra costerà sicuramente di più. Magari potrebbe dischiudersi un nuovo mercato a cavallo tra tecnologia e nuovi dazi per servire al meglio i consumatori. Una sorta di Uber del vino iconico o meglio un’offerta iWine per consumatori disponibili a pagare un premio per avere un bene nuovo, esclusivo, in qualche modo unico. Si tratta di capire se i possessori di iPad siano anche un’evoluzione nella specie del consumatore affluente che ha, sì una disponibilità a pagare un premio e a consumare oggetti selezionati, ma che nel farlo non si rivolge più solamente o esclusivamente ai beni premium del passato. Rispondere è tutt’altro che facile perché si tratta di capire se e quanto il fenomeno Apple costituisca una rivoluzione nei comportamenti di consumo che trascende i confini della tecnologia per farsi fenomeno quasi universale. Quello che è assai probabile, è che nel mondo dei possessori globali di iPad potrebbero nascere tendenze uniche di consumo innescate e favorite da comportamenti imitativi all'interno della stessa comunità. Iniziare a pensare un iWine per i consumatori globali premium che si autodichiarano tali attraverso l’acquisto di tecnologia può essere il modo giusto per posizionarsi nella maniera più competitiva nei confronti del segmento più ricco.

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