L'algoritmo fa il prezzo

Edoardo Narduzzi
Assegnare un prezzo ai vini di qualità comincia ad avere un’importanza crescente nel mondo dell’enologia globale vista la frequenza con la quale le aste vengono ormai organizzate nei vari continenti del pianeta.

Assegnare un prezzo ai vini di qualità comincia ad avere un’importanza crescente nel mondo dell’enologia globale vista la frequenza con la quale le aste vengono ormai organizzate nei vari continenti del pianeta. Definire metodologie di pricing più sofisticate inizia a essere un bisogno che va oltre il desiderio di smarcarsi dalla dipendenza dei giudizi soggettivi degli esperti. Ma è possibile assegnare un prezzo a una bottiglia di una determinata annata senza la necessità di aprirne l’etichetta? Secondo alcuni economisti quantitativi sì, perché tutte le informazioni determinanti per stabilire il valore di un determinato vino sono determinabili da un algoritmo specifico in grado di assegnare un peso a ogni fattore che ha un ruolo nella qualità della annata di quella specifica bottiglia.

 

I teorici favorevoli a questa impostazione ritengono che oggi tutte le informazioni di input rilevanti per determinare il valore di una specifica bottiglia sono disponibili a prescindere dal wine testing. La quantità di pioggia, il tipo di sole goduto da un certo vigneto, l’uvaggio utilizzato sono tutti dati raccoglibili e utilizzabili da un algoritmo ad hoc. Così il valore di una annata di una bottiglia potrebbe essere determinato senza necessità di assaggio soggettivo. Orley Ashenfelter è un economista di Princeton che da anni si batte perché il vino sia valutato come ogni altro bene e ha elaborato un’equazione che lega il prezzo di una bottiglia premium a due sole variabili: la quantità di precipitazioni e la temperatura. Ha confrontato i risultati prodotti dal suo algoritmo con i prezzi spuntati dai migliori Bordeaux alle aste nei quali sono stati battuti i rispettivi valori tra 1952 e 1980. In ogni occasione e per ogni etichetta un punteggio più elevato assegnato tramite la specifica formula si è riflesso in un prezzo di vendita in asta più alto dell’etichetta. I prezzi registrati negli anni successivi dalle bottiglie del 1986 hanno dato ragione alla previsione fatta dall'equazione.

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