La cambusa di Trump

Edoardo Narduzzi
Tramonti di fine estate 2015. Sorseggio un Franciacorta Satèn “Il Mosnel” ed offro la mia previsione sulla corsa presidenziale Usa ad alcuni amici giornalisti. Spiego perché per me Donald Trump vincerà le primarie repubblicane senza troppe difficoltà.

Tramonti di fine estate 2015. Sorseggio un Franciacorta Satèn “Il Mosnel” ed offro la mia previsione sulla corsa presidenziale Usa ad alcuni amici giornalisti. Spiego perché per me Donald Trump vincerà le primarie repubblicane senza troppe difficoltà. Nessuno è d’accordo: Cruz e Rubio la fanno da padroni nelle previsioni. Mi spingo ancora più in là e provo a spiegare perché le truppe democratiche, schierate sotto la bandiera di Hillary Clinton, rischiano la disfatta: la candidata democratica non è simpatica neppure a se stessa allo specchio e incarna uno stile monarchico di successione del potere inviso ai più. L’innovativa cavalleria leggera di Donald avrà vita facile sul campo di battaglia sulla tradizionale fanteria clintoniana fatta di tanto sindacato e solite minoranze. Trump, invece, incarna la migliore mela che l’Eden della politica post-ideologica e resa un talk-show permanente dal web e dai social media possa produrre.

 

The Donald, per preparare il festeggiamento, ha già messo in frigo tre bottiglie del migliore sparkling wine made in Usa. Uno Chateau Frank 2010 Blanc de Blancs prodotto nel terroir di Finger Lakes nella regione di New York, un metodo Champenoise puro che costa 29 dollari. Poi, una etichetta della California che tante soddisfazioni gli ha dato nel confronto politico e un ottimo esempio di un blend per due terzi a base di Chardonnay e per un terzo di Pinot Noir: lo Scharffenberger Cellars Brut Excellence del millesimo del 2012. Infine una bottiglia di Mumm 2007 DVX del territorio di Napa Valley prodotto per onorare la memoria dell’enologo Guy Devaux: 50 per cento Chardonnay e 50 per cento Pinot Noir che vale 60 dollari.

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