Malta e il vino digitale

Edoardo Narduzzi
Malta osserva la migrazione scalza dall’alto delle sue rocce. Il Mediterraneo è il mare di Malta ed è anche un mare invaso di barconi e sempre meno facile da gestire.

Malta osserva la migrazione scalza dall’alto delle sue rocce. Il Mediterraneo è il mare di Malta ed è anche un mare invaso di barconi e sempre meno facile da gestire. Preoccupazioni greche, italiane, austriache e della signora Merkel, sicuramente meno del governo di Valletta. Oggi a Malta si preferisce parlare di smart cities e di gioco digitale, visto che l’isola è diventata la capitale europea dell’igaming ed è stata capace di attrarre investitori e sviluppatori da mezza Europa.

 

Ma si punta sul miglioramento della qualità dell’enologia maltese. Piccola ma oggi molto meglio di qualche anno fa. Tra le etichette suggerite in primis il vitigno autoctono Girgentina ormai coltivato in meno di 250 ettari. Il blend Medina Girgentina Chardonnay D.O.K. del 2014 va provato per gli amanti dei bianchi secchi e delle varietà particolari. Merita un calice anche l’Emmanuel Delicata Gran Chevalier della vendemmia 2012 che ha un costo medio di 22 euro ed è uno Syrah in purezza.

 

Ancora più iconico il Syrah della cantina Marsovin, storica nell’isola: l’annata 2009 del Primus Malta Shiraz non costa meno di 45 euro. Per chi preferisce uvaggi più bordolesi si consiglia il Meridiana Wine Estate Malta Celsius Reserve Premium Red Cabernet Sauvignon  sempre del 2009 dal costo di 25 euro la bottiglia. I vini maltesi sono ancora lontani dai vertici dei punteggi internazionali riservati ai migliori della classe, ma oggi la qualità è sicuramente migliorata ed è possibile passare una vacanza a Malta degustando solo vino maltese.

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