L'ebbrezza di Enel

Edoardo Narduzzi
Enel si è rifatta il logo. Un po' Google, come cromatura, un po' Tesla, come grafica, la più grande società elettrica europea punta a lasciarsi dietro le spalle la stagione della finanza e delle acquisizioni a leva.   Focus pieno sul business industriale, quindi, visto che tra mini barile e rivolu

    Enel si è rifatta il logo. Un po’ Google, come cromatura, un po’ Tesla, come grafica, la più grande società elettrica europea punta a lasciarsi dietro le spalle la stagione della finanza e delle acquisizioni a leva.

     

    Focus pieno sul business industriale, quindi, visto che tra mini barile e rivoluzioni tecnologiche varie si annunciano anni di smart tutto, dove le app controllano e ottimizzano ogni consumo, e periodi fertili per le auto ibride o elettriche. Un contesto dove una secolare utility è costretta a presentarsi ed apparire come “nuova e innovativa”.

     

    Enel è anche una multinazionale leader in paesi di punta dell’enologia mondiale: Italia, Spagna, Cile, Sudafrica. Nei pressi del terroir cileno di Limari Valley, tra i più a nord nel Cile, ha appena avviato un moderno impianto fotovoltaico, La Higuera, nel deserto più arido del mondo quello di Atacama.

     

    L’Atacama è un territorio con variazioni climatiche estreme che costringe la vite ad andare a cercare l’acqua in profondità, ovvero lì dove le radici trovano anche molti ricchi minerali. Terra, quella della Limari Valley, di ottimi Sauvignon e di tosti Syrah. Ma anche di insoliti Pinot Noir come il Marques de Casa Concha del colosso quotato in Borsa Concha y Toro. Il campione della zona è il Tabali Reserva Especial Syrah, la cui annata del 2008 ha vinto il premio di miglior vino cileno dell’anno, che può essere a confronto in un’insolita verticale andina con il suo cugino Tabali Reserva Especial Red Blend, 70 per cento Syrah, 20 per cento Cabernet Sauvignon e 10 per cento Merlot.