Scenografia dell'intellettuale

Andrea Ballarini

In questi giorni è in corso la Buchmesse di Francoforte, la più importante fiera del libro d'Europa e forse del mondo.

    In questi giorni è in corso la Buchmesse di Francoforte, la più importante fiera del libro d'Europa e forse del mondo. Mentre si comprano e vendono i diritti dei libri che troveremo in libreria nel corso del prossimo anno, alcuni grandi editori europei stanno stipulando accordi per commercializzare gli e-book, sottraendoli a quel piccolo ghetto d'avanguardia in cui in alcuni paesi (tipo il nostro) ancora si trovano e farli finalmente approdare al vero mercato, come già è accaduto in America.

    Le polemiche delle contrapposte fazioni
    cartacea ed elettronica hanno già detto tutto e il contrario di tutto. Alcuni prevedono l'imminente scomparsa del libro tradizionale, altri ne vaticinano una lunghissima vita per i suoi oggettivi vantaggi: è sempre disponibile, non si scarica ecc. Come sempre è probabile che la verità stia nel mezzo e che i vecchi volumi a stampa e i nuovi lettori elettronici coabiteranno; per un bel po' di tempo almeno.
    Quel che è quasi certo, però, e che se l'e-book si affermerà ci saranno dei cambiamenti nel comportamento degli intellettuali. Per esempio, oggi un intellettuale si riconosce abbastanza facilmente: basta andare a casa sua e se le pareti sono interamente ricoperte di libri – che li abbia letti o meno è un altro paio di maniche – la sua qualifica di intellettuale agli occhi del prossimo è cosa fatta. Ognuno di noi nella vita quotidiana mette in scena degli spettacolini, a uso proprio e altrui, per definire la propria immagine - e a questo proposito è utile rileggere un bel libro di ormai un bel po' di anni fa di Erving Goffman “La vita quotidiana come rappresentazione”, dove si spiega bene come ciascuno reciti un ruolo che adatta di volta in volta secondo il contesto. La propria casa è uno dei più importanti palcoscenici in cui si rappresenta se stesso: uno dei miei cavalli di battaglia, per esempio, prevede che io sfogli alcuni libri illustrati comprati da bambino che ormai bisogna trattare come se fossero degli incunaboli per non mandarli in polvere.
    Se l'e-book dovesse prendere il sopravvento, uno degli elementi espressivi principali dello spettacolo, la scenografia, smetterà di essere tale: la casa di un intellettuale e quella di un mediano di spinta non saranno più così evidentemente diverse, i diecimila libri dell'uno e tutti e due quelli dell'altro staranno ugualmente dentro un e-reader.

    Altrettanto drasticamente
    diminuiranno le possibilità di seduzione mediante l'esibizione della varietà e della profondità delle proprie letture. Con i volumi di carta bastava prenderne a caso tre o quattro dalla libreria e buttarli distrattamente sul sedile posteriore della propria auto e aspettare. Prima o poi arrivava quasi inevitabilmente la domanda “Che cosa stai leggendo?”. A quel punto era d'uopo essere opportunamente svagati e cavarsela con un “Oh, delle cose… un saggio, un paio di romanzi…” Raramente era necessario scendere più in profondità. Con l'e-reader tutto questo non funzionerà più. Un lettore elettronico su un sedile posteriore potrà contenere “L'etica protestante e lo spirito del capitalismo” o la biografia dei puffi senza che si noti la differenza. Una bella fregatura.

    Infine, un altro degli argomenti classici
    con cui qualificarsi come intellettuali è stato fino a oggi il criterio di ordinamento della propria biblioteca privata: chi preferiva l'ordine per autore, chi prediligeva quello tematico, chi adottava un ibrido tra i due, separando alcuni soggetti e ordinando alfabeticamente per autore tutti gli altri. La catalogazione non sarà più argomento suscettibile di essere trattato con disinvoltura a cena o all'happy hour, poiché il database estrarrà sui due piedi qualsivoglia testo, purché se ne ricordi un dato qualunque: titolo, autore, editore, anno di pubblicazione, numero di pagine. Una comodità pagata a caro prezzo. Insomma, in case più piccole e, sicuramente, meno polverose, saremo costretti a inventarci degli altri espedienti per passare da intellettuali. Chissà, magari ci toccherà addirittura leggerli i libri.