La Consulta apre al suicidio assistito, Cappato: siamo più liberi

Non punibile l'aiuto in determinate condizioni, come per Dj Fabo

    Roma, 26 set. (askanews) - Storica sentenza della Consulta, che il 25 settembre 2019 ha dichiarato "non punibile" per l'aiuto al suicidio il leader radicale e attivista dell'associazione Luca Coscioni Marco Cappato, che rischiava 12 anni di carcere per avere accompagnato nel febbraio 2017 l'amico Dj Fabo, Fabiano Antoniani, a porre fine alla sua vita in una clinica in Svizzera.

    Dopo due giorni di camera di consiglio, la Corte Costituzionale ha precisato che l'aiuto al suicidio non è puniblie, ma "a determinate condizioni": la non punibilità si applica infatti nel caso di aiuto per "chi sia già determinato a togliersi la vita", a chi "agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli", come era il caso di Dj Fabo appunto.

    Marco Cappato ha commentato:

    "Ho aiutato Fabo perché lo consideravo un mio dovere, adesso grazie alla Corte Costituzionale, sappiamo che era un suo diritto e sarà un diritto per tutte le persone che si troveranno in quelle condizioni, da oggi siamo tutti un po' più liberi".

    A cura di Askanews