Stefanini: su molti temi il Paese trascura l'Agenda 2030

Il presidente di Asvis interviene al Salone della Csr di Bologna

    Milano, 10 apr. (askanews) - Sostenibilità ovvero leva di marketing, domanda da intercettare e perfino slogan efficace verso il grande pubblico, come si vede in alcune campagne pubblicitaria. Vanno bene anche queste chiavi utilitaristiche, se poi si giunge a risultati virtuosi e condivisi nel loro beneficio.

    Ma non basta: la sostenibilità non è una moda.

    A sottolinearlo è Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol e presidente Asvis, l'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. "La cosa che bisogna poi avere la capacità di cogliere è l'effettiva profondità dei contenuti che le imprese hanno nel promuovere lo sviluppo sostenibile - dice - Non è solo un problema di marketing, ma c'è una scelta strategica. Ovvero le imprese devono interrogarsi nel loro agire; come rispettano l'ambiente, come lo tutelano, lo promuovono; come rispettano le condizioni di vita e di lavoro dei propri dipendenti; come hanno a che fare in modo intelligente ed evoluto con la comunità dove sono; come si rapportano in modo corretto e trasparente nei confronti delle istituzioni. E' dunque un'azione più profonda che va a chiedersi qual è lo scopo dell'impresa, quali sono gli obiettivi che vuole raggiungere e in che misura vuole agire per corrispondere ad un giusto obiettivo: crescere insieme alla società".

    Stefanini ha partecipato a Bologna al Salone della Csr tappa -organizzata con Impronta Etica al DamsLab- del tour i Territori della sostenibilità, giro in 11 regioni italiane per esplorare e mettere in condivisione le migliori esperienze di Csr.

    Dal ruolo che il soggetto pubblico può avere nel perseguire gli obiettivi dell'Agenda 2030 a quanto di sostenibile ci sia realmente nell'azione di governo: Stefanini con il suo intervento offre l'occasione per focalizzare gli snodi cruciali del percorso del Paese verso la sostenibilità. "In effetti l'Italia, purtroppo, è indietro rispetto gli obiettivi dell'Agenda 2030 - prosegue il presidente di Asvis - Potrebbe benissimo decidere investire in risorse verso una visione più larga delle infrastrutture, ad esempio. Bisogna ricordare che non ci sono solo quelle che riguardano la mobilità. Ci sono anche le infrastrutture sociali: la scuola, la sanità, le abitazioni. Ci sono le infrastrutture per il digitale, altrettanto importanti, infrastrutture per la mobilità sostenibile e rispettosa dell'ambiente nelle città. Quindi vediamo che se si allarga lo spettro dei possibili investimenti si fa del bene al Paese e si va verso l'agenda 2030".

    Le istituzioni potrebbero quindi fare tanto, ma alla verifica dei fatti emerge che fanno in realtà poco rispetto alle loro possibilità e potenzialità, come emerge dalle analisi svolte dall'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile sugli strumenti concreti di governo adottati fino ad ora. "Asvis a febbraio ha presentato un'analisi puntuale sulla Legge di Stabilità 2019 cogliendo accanto ad alcuni elementi positivi, come ad esempio il reddito di cittadinanza che si preoccupa delle persone più svantaggiate, elementi meno positivo - dice - L'osservazione che facciamo nell'insieme è che non c'è una visione integrata del governo del Paese per mettere insieme i vari tasselli che compongono una prospettiva di sviluppo sostenibile. Perché accanto al tema della povertà, c'è il tema del lavoro ai giovani; c'è il tema degli abbandoni scolastici; c'è quello della sanità che in molte regioni funziona bene, ma in altre parte male. C'è il tema della parità di genere che non avanza come sarebbe necessario. Dunque ci sono tanti campi fondamentali di sviluppo sostenibile che il nostro Paese sta trascurando e non affrontando in modo adeguato".

    Stefanini mette in evidenza però che molto lavoro deve essere fatto anche a livello di consapevolezza dei cittadini, in tutti i loro ruoli: e indica come solo il 20 per cento degli italiani sa cosa sia l'Agenda 2030 dell'Onu. Ma con ottimismo ricorda anche che il 90 per cento dei giovani esprime invece molta attenzione ai temi della sostenibilità, come è stato reso evidente anche dalla recente manifestazione per il clima che ha portato in piazza, a metà marzo, mezzo milione di ragazzi. "Credo che sia un segnale molto importante, molto bello, incoraggiante - conclude Stefanini - Significa che i giovani e anche i giovanissimi si stanno interrogando sul futuro di questo pianeta. E quindi i più adulti hanno la responsabilità di dialogare e costruire insieme ponti, collaborazioni e condivisioni per far crescere nel Paese una diversa consapevolezza da parte di tutti i cittadini; questo è fondamentale. La responsabilità dei cittadini è decisiva per un diverso sviluppo del Paese".

    Sostenibilità quindi come momento in cui si esprime l'identità stessa dell'impresa e dei cittadini, li qualifica nei loro obiettivi ultimi, nel loro essere comunità e attori di sviluppo.

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    A cura di Askanews