Un enorme corpo di donna trafitto in Piazza Duomo divide Milano
La scultura di Gaetano Pesce contro i femminicidi
Milano, 8 apr. (askanews) - Una poltrona con le forme di un corpo femminile, alto 8 metri, trafitto da centinaia di frecce. È la "Maestà sofferente", l'opera contro la violenza sulle donne installata di fronte al Duomo di Milano, in occasione del Salone del Mobile, che ha scatenato un acceso dibattito. È stata realizzata da Gaetano Pesce sul modello della poltrona Up5&6 che l'artista costruì 50 anni fa. Allora la catena che legava il corpo ad una palla stava ad indicare i pregiudizi subìti dall'universo femminile. Oggi vuole essere un grido contro la violenza perché "la donna è ancora più minacciata di allora" si legge nella didascalia.
Turisti e passanti incuriositi creano una piccola folla alla base della scultura, fra chi ne approfitta solo per un selfie e chi invece cerca di capirne di più. Ma molti ritengono che, al di là del giudizio estetico, la scultura non centri l'obiettivo.
"L'opera fallisce in un triplice senso", secondo "Non una di meno - Milano", l'organizzazione nata dal basso impegnata per i diritti del genere femminile. Fallisce perché "non rappresenta la donna", il corpo è trasformato in oggetto inerte; "non rappresenta la violenza", che si accanisce proprio su volto e mani, che mancano nella scultura; e infine non rappresenta "il fatto che ad agire sono proprio gli uomini più prossimi alla donna", mariti, ex, amanti. Altro punto sollevato da molte: la prossima opera contro la violenza sulle donne, si potrebbe provare a farla fare... a una donna.
A cura di Askanews