All'Eliseo di Roma "Novecento" di Baricco con Eugenio Allegri
In scena da 25 anni. L'attore: storia ancora legata alla realtà
Roma, 3 apr. (askanews) - È un monologo cult nel panorama teatrale italiano. In scena fino al 18 aprile al Teatro Eliseo di Roma "Novecento" di Alessandro Baricco per la regia di Gabriele Vacis. Uno spettacolo che dal suo debutto 25 anni fa ha avuto oltre 500 repliche e più di 200mila spettatori, interpretato da Eugenio Allegri per cui Baricco lo scrisse appositamente.
Allegri ricorda ancora l'emozione la prima volta che lesse il copione. "Prima che il libro fosse pubblicato Novecento è un copione teatrale, arrivato in due tranche, la prima era già molto bella, oltre ogni aspettativa, la seconda era fulminante".
"Non potevo immaginare che la storia fosse così forte da un punto di vista poetico e che il protagonista fosse così forte e potente da impressionare".
Un ruolo che Allegri interpreta da un quarto di secolo, quello del pianista jazz Novecento che vive in simbiosi con la nave su cui è cresciuto, da cui non scende mai e da cui però riesce a cogliere l'anima del mondo. Il personaggio ha ispirato anche Giuseppe Tornatore per il film "La leggenda del pianista sull'oceano" con Tim Roth.
Un testo che continua ad attrarre pubblico. E un personaggio in cui Allegri si è subito ritrovato, un uomo che non riesce ad affrontare il mondo fuori dalla nave ma che ricostruisce la bellezza della sua esistenza su quella nave.
"Non è l'icona della perfezione dell'esistenza umana in cui esorcizzare i propri dolori, però secondo me è un essere con cui ci si misura".
In questo monologo per Allegri c'è una metafora dell'esistenza umana, c'è il rapporto tra finito e infinito, l'amicizia, e l'ironia con cui è scritto lo rende immortale. In tanti anni, però, il mondo è cambiato. In Novecento si parla di emigranti su una nave e oggi lo spettatore reagisce in modo diverso. "Adesso mi rendo conto che quando lo dico cambia il piano d'ascolto del pubblico, sento che va in apnea quando cito gli emigranti che tra l'altro siamo noi, non sono quelli di cui parliamo oggi nelle cronache ma c'è una sorta di rimbalzo straordinario". "Baricco ha scritto una storia fantastica, inventata, poetica, ma strettamente legata alla realtà...
In alcuni casi è proprio la storia dei nostri giorni da questi 25 anni che ha cominciato ad aderire a questo testo e mi piacerebbe che cominciasse ad aderire per tutte le parti gioiose dello spettacolo".
A cura di Askanews