Pagnoncelli: paura e qualità le spinte al consumo sostenibile
Indagine Ipsos per il Salone della CSR e dell'innovazione sociale
Milano, 27 set. (askanews) - Etica, paura, qualità: sono le tre spinte che portano i consumatori a scegliere prodotti proposti come "sostenibili". E' quanto è emerge dalla ricerca Ipsos realizzata in occasione del Salone della CSR e dell'innovazione sociale 2018.
Le tre spinte non hanno certo la stessa forza e hanno mutato nel tempo la loro capacità di incidere come driver per gli acquisti. Se l'etica, "i valori", costituivano la spinta principale negli anni passati, oggi il loro peso è molto ridotto. "In realtà è la paura che sta emergendo come leva che può indurre comportamenti anche consumatori più responsabili - spiega Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos - Perché è la paura per il surriscaldamento del clima, del deterioramento dell'ambiente; la consapevolezza in tre cittadini su quattro che ognuno è responsabile anche per esempio delle isole dei rifiuti di cui si è a lungo parlato. E poi però è interessante che sta emergendo questa idea: che la sostenibità è collegata al tema della qualità. La qualità dei prodotti, la qualità dei consumi, la responsabilità del consumatore".
La ricerca mette in evidenza che la leva della qualità è talmente forte che i consumatori sono disposti a pagare anche un concreto premium price come riconoscimento della sostenibilità che si concretizza in parametri di qualità. Ma come si riconosce allora il prodotto sostenibile o l'azienda responsabile?
"Credo che sia un po' illusorio immaginare che il cittadino abbia gli strumenti per capire fino in fondo se una azienda è realmente responsabile oppure no; penso che il ruolo delle terze parti sia assolutamente indispensabile - sottolinea il presidente di Ipsos - Questo non deve assolutamente ridurre gli investimenti in comunicazione e trasparenza da parte delle aziende. Però ritengo che nel clima attuale caratterizzato da una diffidenza molto ampia e diffusa, forse vale la pena affidarsi non soltanto alla comunicazione diretta, un po' top-down, o ai bilanci di responsabilità sociale, ma immaginare che ci possano essere soggetti terzi che possano garantire la qualità, l'affidabilità e soprattutto la coerenza delle iniziative messe in atto dalle aziende che mostrano maggiore attenzione rispetto ai temi della responsabilità sociale".
L'indagine Ipsos presentata al Salone della CSR dà anche la misura di questi diversi atteggiamenti: la maggioranza dei consumatori per comprendere la sostenibilità delle aziende si affidano prima di tutto alle certificazioni; le imprese invece per dimostrare la sostenibilità dell'azienda considerano efficace una comunicazione diretta sui propri siti internet. Una divaricazione comunicativa da ricomporre a beneficio di tutti.
A cura di Askanews