Lavoro, Di Maio: dichiariamo guerra a caporalato e lavoro nero
"Subito una direttiva all'Inl per l'impiego dei carabinieri"
Foggia (askanews) - "Oggi dichiariamo ancora una volta guerra al lavoro nero e al caporalato e al lavoro nero". Lo ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, parlando a Foggia dopo la riunione del tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura.
"Il ruolo dell'Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) e dei carabinieri del Nucleo tutela del lavoro sarà fondamentale in questa battaglia. Emanerò subito una direttiva all'Inl affinché i carabinieri del Nucleo tutela del lavoro siano utilizzati esclusivamente per questioni rilevanti nel contrasto al lavoro nero e al caporalato".
"Adesso è il momento di fare sistema, di mettere insieme tutte le energie - ha continuato Di Maio - dalle parti sociali, alle Regioni, perché il lavoro nero e il caporalato non sono problemi soltanto delle regioni del Sud, a questo tavolo ho voluto tutte le Regioni perché se non possiamo localizzare un problema in un'area del Paese e pensare che risolto lì lo si sia risolto".
"Ormai, quando si vende una bottiglia di pelati, vale più la bottiglia in vetro che il contenuto - ha concluso il ministro - con questi prezzi è impossibile stare sul mercato, soprattutto in una provincia come questa, con livelli di povertà come questa con le difficoltà che ha e non è una cosa che viene dal cielo; se i prezzi dei nostri prodotti della terra sono così bassi e perché in questi anni si è permesso di fare cartello alla grande distribuzione e poi si è permesso di far entrare derrate alimentari con trattati scellerati nel nostro mercato che non dovevano entrare, come il Ceta (il Trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea, ndr), Ue-Marocco o Ue-Tunisia con cui si massacrano i nostri agricoltori. Poi si dirà che il saldo è positivo, ma il saldo è positivo solo per i settori secondario e terziario mai per quello primario. Per questo il Ceta o va rivisto o va bocciato perché così com'è non va assolutamente bene".
A cura di Askanews