A Napoli "Ania Campus", per educare giovani su sicurezza stradale

La chiusura del tour in sei città all'ippodromo di Agnano

    Roma, (askanews) - In Italia aumentano gli incidenti stradali e i decessi per chi usa i ciclomotori. Per tentare di arginare il fenomeno, la Fondazione Ania è impegnata da tempo per diffondere, soprattutto tra i giovani, la cultura del rispetto delle regole della strada. E con l'obiettivo di formare i ragazzi alla guida, insegnare loro le corrette manovre, spiegandogli l'importanza dell'uso delle protezioni come il casco o il paraschiena, è stato organizzato Ania Campus, manifestazione riservata ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado di sei città d'Italia e che il 16 e 17 maggio si è conclusa a Napoli, all'ippodromo di Agnano, con una doppia tappa, dopo aver toccato Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Sant'Agata di Militello (Messina) e Giarre (Catania).

    Sandro Vedovi, responsabile progetti Fondazione Ania: "I ragazzi possono apprendere, dopo un breafing teorico dedicato soprattutto a un corretto stile di guida e utilizzo dello scooter e soprattutto sull'abbigliamento, quindi uso di casco e protezioni, le tecniche di guida su strada e in particolare in condizioni d'emergenza. La parte pratica infatti si concentra sul tema della frenata e sul corretto modo di percorrere le curve.

    Dopo una parte teorica con esperti di sicurezza stradale, infatti, istruttori professionisti hanno aiutato i ragazzi a svolgere le manovre corrette per evitare un ostacolo improvviso o per gestire l'equilibrio nelle fasi di guida.

    "L'altro elemento su cui ci concentriamo è l'utilizzo dello sguardo perché il motociclista deve essere sempre attento a quello che succede attorno".

    Secondo Ania le attività formative nelle scuole, basate sull'educazione al rispetto delle regole della strada e sulle prove pratiche, sono necessarie alla formazione delle nuove generazioni di guidatori. Per questo il settore assicurativo da anni investe su manifestazioni come Ania Campus, che sono diventate veri e propri modelli didattici.

    A cura di Askanews