Grand Tour di Palazzo Grassi: castelli di sabbia con il Pompidou
Venezia, quattro giorni di confronto su servizi educativi museali
Venezia (askanews) - Quattro giorni di confronto tra due grandi musei sul tema, sempre più strategico, dei servizi educativi. A Venezia Palazzo Grassi - Punta della Dogana ha presentato la terza edizione di Grand Tour, che ha visto come ospite il Centre Pompidou di Parigi. Alexis Sornin, responsabile delle Attività educative del museo veneziano, ci ha presentato quanto è stato proposto.
"Il progetto del Centre Pompidou - ha detto ad askanews - prevede un'attività manuale, aperta a tutti, inclusiva, senza ostacoli di lingua perché i nostri operatori sono trilingui, e anche una serie di visite guidate. Inoltre è anche un inquadramento teorico su che cosa vuol dire realizzare una cosa apparentemente banale come un castello di sabbia".
I castelli di sabbia, infatti, sono al centro del laboratorio proposto dall'artista canadese Dale Murdoch, che già ha collaborato con il museo parigino, come ci ha spiegato Patrice Chazottes, vicedirettore del Dipartimento Attività per il pubblico del Pompidou.
"Questo progetto - ha detto - è già stato presentato a Parigi e noi abbiamo trovato pertinente, d'accordo con Palazzo Grassi, proporre qui una versione adattata proprio per l'attuale mostra di Damien Hirst".
Nel laboratorio i bambini sono stati liberi di creare le proprie opere di sabbia, ma Grand Tour prevede anche, nell'ultimo evento della quattro giorni - lunedì 27 novembre alle 18 - una riflessione molto più approfondita, ad opera di Jean-Yves Jouannais, autore di un trattato di "castellologia litoranea".
"Fare un castello di sabbia, che tutti noi abbiamo fatto e che a volte facciamo ancora d'estate con i bambini - ha aggiunto Alexis Sornin - è un rito che risale all'antichità romana e lui lo considera come un elemento dell'arte di fare la guerra, infatti nel gesto di fare un canale di fronte al castello sulla spiaggia di fronte al mare come una dichiarazione di guerra, perché così il mare arriva ancora più velocemente a distruggere il castello fatto dai bambini".
Tra i temi toccati durante le giornate veneziane, naturalmente anche quello della mediazione culturale nelle istituzioni museali.
"La mediazione culturale - ha concluso Patrice Chazottes - oggi è molto diversa in ciascun museo, ma comunque comporta una relazione con il visitatore, con l'intento di offrire una forma di spiegazione, attraverso il dialogo o i testi scritti, su quello che può rappresentare l'arte moderna e contemporanea, o l'arte in generale".
A cura di Askanews