Mangiare in 1.000 ristoranti a metà prezzo con The Fork Festival
Morelli: la cucina come il calcio in anni 70, ne parlano tutti
Milano (askanews) - Scoprire la cucina di nuovi ristoranti, in Italia e in Europa, pagando la metà. E dare ai ristoratori la possibilità di farsi conoscere per allargare la platea dei propri clienti. E' la formula del The Fork Festival, che torna in Italia nella nella sua edizione autunnale: fino al 2 dicembre, attraverso il sito o la app sarà possibile prenotare tra 1.000 ristoranti con sconti del 50% direttamente in cassa, senza coupon e con le bevande incluse. "Per un ristorante partecipare al festival significa acquisire in clientela nuova ed effettivamente lo abbiamo provato le altre edizioni hanno avuto questo effetto: le persone hanno deciso di ritornare nella maggior parte dei casi. Non tutti perchè è chiaro che il ristorante deve garantire una qualità per far sì che le persone ritornino, non è solo una questione di sconti".
Come nelle precedenti edizioni, oltre ai ristoranti che offrono lo sconto alla cassa, ci saranno locali segnalati da guide e stampa di settore che hanno pensato a una offerta su misura per il The fork festival: "Ci sono dei top chef che sono un po' degli ambasciatori del festival che preparano menù specifici dando la possibilità a tutti di avvicinarsi all'alta cucina e provare questa esperienza a condizioni economiche vantaggiose. Tra questi c'è uno dei ristoranti milanesi più in interessanti del momento, premiato come novità dell'anno dalla Guida di Milano del Gambero Rosso, quello di Giancarlo Morelli.
"Questo ristorante nasce da un progetto lunghissimo, nato da bambino è il ristorante dei sogno di un cuoco che inizia da bambino in questa scatola sono stati messi tutti i miei pensieri legati al concetto di ristorazione".
Dopo aver testato la piazza milanese con la Trattoria Trombetta, Morelli ha scelto il cinque stelle Hotel Viu, a ridosso della caratteristica Chinatown meneghina, per raccontare la sua poetica culinaria, con il bistrot, Bulk, e il ristorante d'alta cucina che porta il suo nome.
"Oggi la cucina è un po' come il calcio negli Anni 70: si parla tutti un po' di cuochi e cucina. Ed è una cosa che fa piacere: chi dice il contrario non dice la verità, oggi più sai più decidi dove vuoi andare a mangiare meno sai e forse meno capisci, tutto questo è una questione di cultura".
A cura di Askanews