una fogliata di libri

Medioevo che crea

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro a cura di Franco Franceschi, Paolo Nanni, Gabriella Piccinni, Laterza, 356 pp., 24 euro

Si potrebbe dire che, per quanto concerne la corretta valutazione del Medioevo, molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare. La questione riguarda soprattutto il (pre)giudizio secondo cui l’epoca medievale fu un periodo di oscurantismo e arretratezza. In effetti, oggi,  tra gli studiosi più attenti, nessuno sostiene che un intero millennio, quello che facciamo coincidere con l’età di mezzo appunto, sia contraddistinto dalla più fitta oscurità. Tuttavia è altrettanto vero che quando ci si riferisce al Medioevo difficilmente viene da pensare a un periodo caratterizzato da una particolare creatività. A tale proposito, è da accogliere con favore la pubblicazione di questo volume che, fin dal titolo, indica la tesi di fondo che in esso viene sostenuta, ovvero quella che ravvisa nel Medioevo una lunga fase storica ricca di autentiche novità. Se poi prestiamo attenzione al sottotitolo, “Innovare, inventare, sperimentare nell’Italia dei secoli X-XIV”, appare chiaro qual è lo scopo  dei ventiquattro contributi accolti nel libro: ridisegnare, almeno in parte, l’immagine del Medioevo, superando i numerosi stereotipi che ne hanno compromesso la veridicità. Tra il X e il XIV secolo la penisola italiana conosce grandi mutamenti che ne determinano una forte crescita, tanto che “gran parte delle strutture cittadine e dell’organizzazione del paesaggio viene decisamente riplasmata”. Non vi è ambito della società e della cultura che non conosca forme di rinnovamento: basti pensare “che molti degli strumenti finanziari che adoperiamo quotidianamente furono immaginati allora, assieme alle forme di organizzazione del lavoro e aziendale che ci sono familiari”. Dopo le pagine introduttive redatte dai curatori, vi è la prima parte del volume dedicata alle questioni relative all’organizzazione, al finanziamento e all’amministrazione delle città. Seguono vari saggi aventi per oggetto la vita sociale e politica. L’attenzione di numerosi autori si concentra poi sulle trasformazioni delle tecniche e sull’affermazione di nuovi saperi. L’ultima parte è dedicata ai “Nuovi linguaggi, idee, rappresentazioni” che caratterizzarono il Medioevo, contribuendo a fare di esso un’epoca creativa. E’ rimasta celebre l’immagine usata da Giovanni di Salisbury, che l’attribuisce a Bernardo di Chartres, secondo la quale i medievali si percepirono come nani sulle spalle di giganti: essa rimane valida, ma non v’è dubbio che l’uomo medievale fu pure in grado di camminare speditamente sulle proprie gambe. 

 

Medioevo che crea
a cura di Franco Franceschi, Paolo Nanni, Gabriella Piccinni
Laterza, 356 pp., 24 euro