UNA FOGLIATA DI LIBRI
Quel punto dove comincia il Sud. Lettera dal 43esimo parallelo
Il cielo sopra Milano è sereno e pallido, mentre a Roma l'estate continua interminabile. Viaggio tra bouganvillee e papaveri rossi
Il Frecciarossa lascia la Centrale alle otto di mattina, con un moto quasi pigro, come prendesse lentamente la rincorsa. Il cielo sopra Milano è sereno e pallido, dolcemente arreso all’autunno. Abbasso lo sguardo ai binari lucenti che si incrociano e si dipartono. Mi affascinano: sembrano sapere loro, dove portarti.
Ora il treno si immette sulla Alta velocità a 300 all’ora, ed è pianura, pianura a perdita d’occhio, fino alle onde delle prime colline emiliane. E gallerie, gallerie nere. Le nostre facce specchiate nei finestrini, un po’ livide.
Firenze. Ora guardo attenta fuori, è quasi l’ora. Non so l’esatto chilometro, ma i miei occhi riconoscono quel passaggio. Il 43esimo parallelo nord è una linea tra la Corsica e il Golfo di Baratti, verso Assisi. Il Frecciarossa corre e io ritrovo la luce che so: un’altra, diversa, pure in questa mattina d’ottobre. Sole più ardente, cielo più netto, e i campi, anche, diversi, e una differente vegetazione. Un altro orizzonte.
Per caso ho scoperto che quel punto, che credevo esistesse solo nella mia testa, è invece il parallelo che segna il confine dell’area climatica mediterranea. Il sud: al 43esimo parallelo inizia il sud.
Grandi distese verdi, e quasi di un libero nulla: sopra, quel cielo. Davvero una lama taglia, dove passa quell’invisibile filo.
A Roma, lo so, a ottobre l’estate continua, interminabile: vestiti coloratissimi a Campo dei Fiori, e ovunque bouganvillee viola in piena fioritura. Provocatorie, ai miei occhi milanesi.
Ma il massimo scandalo è stato il 7 marzo scorso, quando, entrando il treno a Termini, là dove finisce la massicciata ho visto, fuggevole, un manipolo di papaveri rossi. Incredula mi sono voltata a inseguirli con gli occhi. Papaveri a marzo? Scandaloso. Dovrebbero proibirli.
E ho preso il taxi, cupa in volto. Ancora una volta chiedendomi perché non ho potuto nascere, e soprattutto vivere, in quest’Urbe di bouganvillee sfacciate a ottobre: sotto al 43esimo parallelo.
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