
Ansa
Una fogliata di libri - overbooking
Un sogno sull'Italia (che è, appunto, solo un sogno)
I social network chiusi per latitanza degli utenti, con i booktoker che passano il tempo a leggere anziché a parlare. Il ministro dell’Istruzione costretto a proibire l’utilizzo dei libri a scuola, dato il gran numero di studenti che, pur di leggere sottobanco, si distraevano dalle lezioni
Ho fatto un sogno: l’Italia era una nazione altamente alfabetizzata. Grande pace sui mezzi pubblici, dove il silenzio era interrotto non già da urla belluine né da musica a volume discutibile, bensì soltanto dallo sporadico fruscio delle pagine. I social network chiudevano per latitanza degli utenti e i booktoker passavano il tempo a leggere anziché a parlare. I giornali annunciavano l’inasprimento delle pene per chi, richiesto se avesse letto un romanzo, rispondesse “Ho visto il film” o “Sto guardando la serie”, denunciando così di confondere il libro con la trama. Milioni di telespettatori assistevano ai talk-show, in cui impazzavano dibattiti argomentati razionalmente, informati criticamente, eviscerati testualmente; nei sottopancia scorrevano intanto dettagliati riferimenti bibliografici per chi volesse approfondire per proprio conto e, magari, telefonare in trasmissione onde fornire un parere sul settore di competenza.
Agli esponenti dei partiti politici era consentito presenziare in tv al solo scopo di esprimersi su Schumpeter o Clausewitz. La tv di stato – ferma restando la preminenza di Rai Cultura 1, Rai Cultura 2 e Rai Cultura 3 – dava prova di grande tolleranza riservando comunque alla minoranza di incolti un canale seminascosto per trasmissioni con giochini e balletti. Non si aveva notizia di festival, presentazioni o eventi culturali poiché tutto era festival, presentazione o evento culturale, essendo stato scoperto che è normale parlare di ciò che si è letto, volerlo condividere con tutti e discuterne con chiunque. Il ministro dell’Istruzione si vedeva costretto a proibire l’utilizzo dei libri a scuola, dato il gran numero di studenti che, pur di leggere sottobanco, si distraevano dalle lezioni e trascuravano la socialità (inutile dire che i ragazzi – fatta la legge, trovato l’inganno – si rifugiavano nei bagni per un’altra decina di pagine di nascosto).
In ogni città sorgevano monumenti a Luciano Bianciardi, Stefano D’Arrigo, Anna Maria Ortese, Oreste del Buono… I miei amici librai mi invitavano sempre a cena perché non sapevano più come spendere i soldi; quasi nessun italiano aveva un romanzo nel cassetto. Poi mi sono svegliato ed eccoci qui.

Una fogliata di libri