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una fogliata di libri
Albert Speer nell'abisso della Germania
La giornalista e storica Gitta Sereny realizza una biografia di oltre mille pagine dedicata all'“l’architetto di Hitler”, dove lo scopo non è quello di giudicare ma cercare di far emergere il profilo più nero dello spirito europeo
E’ uscito di recente un libro monumentale e in apparenza insensato per chi non sia uno studioso del Terzo Reich. Una biografia di oltre mille pagine dedicata ad Albert Speer, “l’architetto di Hitler” e poi ministro degli armamenti, di recente ripubblicata da Adelphi dopo che una trentina d’anni fa fu pubblicata da Rizzoli. L’autrice è la giornalista e storica Gitta Sereny. Ma “Albert Speer. La sua battaglia con la verità” è, semplicemente, un libro grandioso, inestimabile e spregiudicato come deve esserlo ogni libro animato da una vera volontà di capire; privo di moralismi in quanto animato dalla tensione morale di sviscerare i fatti al di là e oltre il proprio immediato giudizio personale.
L’autrice ha creato un libro storico, documentato con notevolissima attenzione d’archivio ma che ha, allo stesso tempo, la forza, l’intensità e l’esaltante potenza descrittiva di un romanzo di Thomas Mann. Attraverso la figura di Speer, che Gitta Sereny oltre ad avere studiato si è fatta amica e ha intervistato nel corso di diversi anni, emerge un ritratto poliedrico e abissale della Germania dagli inizi del Novecento fino alla sua catastrofe. Un ritratto, quello di Speer e attraverso di lui dell’epoca tedesca, che non risolve un bel niente, che anzi aumenta i dubbi, le zone d’ombra, l’incomprensibilità di un evento, il nazismo, che si può solo tentare di ricostruire attraverso una raffigurazione che è “la più interna” possibile e insieme la più distaccata.
Gitta Sereny chiarisce subito, come è giusto fare, la sua distanza siderale da qualsiasi forma di vicinanza con quella storia. Tuttavia, pur evidenziando con determinazione le sue posizioni, il suo scopo non è quello di giudicare ma di mostrare per cercare di far capire, di far emergere il profilo di questo evento nero, il più nero, dello spirito europeo. L’ammirazione va alla sua spregiudicatezza di storica che, nel nostro tempo infettato di moralismo e di tentativi di rimuovere tutto ciò che urta, sa che solo mostrando nel modo più chiaro possibile si può cercare di capire (certo, il libro è di trent’anni fa e forse per questo è ancora così fresco, immune dalle fole correttiste dell’ultimo decennio – merito a chi l’ha ripubblicato). E questo lavoro di scavo sul nazismo, di scavo fenomenologico-descrittivo, probabilmente, non poteva essere fatto che attraverso la figura di Albert Speer. L’alto borghese proveniente davvero da una famiglia alla Thomas Mann, un uomo dalle qualità straordinarie (il libro è strapieno di testimonianze sulle sue capacità, tanto di ammiratori quanto di detrattori, di amici quanto di nemici), per nulla fanatico nazista, ma perdutamente innamorato di Hitler, e da lui ricambiato. Questo rapporto profondo tra i due, di stima intellettuale e quasi di intima confidenza (per quanto possibile visto il loro rispettivo carattere), sarebbe andato avanti per molti anni fino agli ultimissimi momenti della vita di Hitler. E proprio dialogando con Speer, e con gli infiniti testimoni che li hanno circondati nel corso di quegli anni, attraverso le mille pagine del libro Gitta Sereny descrive questo rapporto di mortale seduzione tra il popolo più colto del mondo e l’oscuro pifferaio magico che, dicendo di voler salvare l’Europa, fece bruciare il mondo.
Nulla la storica risparmia delle colpe di tutti gli attori in campo: quelle evidenti, quelle dichiarate, quelle nascoste, quelle taciute. Nulla risparmia dell’orrore degli stermini compiuti, dell’antisemitismo radicale, delle deportazioni, delle camere a gas. Ma non si tira mai indietro nel cercare di descrivere come tutto quello che è capitato fu compiuto da uomini non solo ordinari ma spesso brillanti e intelligenti. C’è un rifiuto totale della mostrificazione facile, della caricatura grottesca. Se, come si dice, comprendere è forse impossibile, conoscere è indispensabile.
E’ una tale volontà di capire, di far parlare la storia attraverso i suoi testimoni che commuove, disturba e tiene incollati alle pagine di questo libro attraverso cui vediamo un’epoca decisiva e tremenda srotolarsi davanti a noi.