James Joyce nel 1919 (foto Getty)

Una fogliata di libri - overbooking

Buone notizie per noi esacerbati joyciani

Antonio Gurrado

In un ardimentoso esempio di biografia, Zachary Leader racconta i venti anni di lavoro impiegati da Richard Ellmann per studiare la vita e l'opera del grande scrittore irlandese, in un continuo e prolungato inseguimento delle sue tracce

Approfitto per annunciare ai quattro adepti scalmanati come me che c’è un’ottima notizia per noi esacerbati fan joyciani: è uscito Ellmann’s Joyce di Zachary Leader (Harvard University Press, 464 pp., 29,95 dollari), ardimentoso esempio di biografia di una biografia. Richard Ellmann aveva dedicato una ventina d’anni a lavorare, e a rilavorare dopo la prima edizione del 1959, a una monumentale biografia (James Joyce, Castelvecchi, 960 pp., € 35 euro; ma la prima edizione italiana era Feltrinelli), intervistando certosinamente chiunque avesse avuto a che fare con l’autore. Oltre a segnare il punto di svolta in materia di biografie letterarie – lo spiega bene un articolo di Eimar McBride sul Times Literary Supplement del 23 maggio – quest’impresa editoriale ha inevitabilmente informato di sé la vita di Ellmann, facendo sì che l’identità del biografo finisse in larga parte per regolarsi su quella del soggetto della biografia, in un continuo e prolungato inseguimento delle sue tracce. Il saggio di Leader è dunque un tentativo di raccontare la storia di un libro, il saggio di Ellmann, che si anima e condiziona la vita dell’autore facendola ruotare attorno ad altri libri ancora, l’opera di Joyce, a riprova che la vita intellettuale è tutt’uno col resto dell’esistenza, anzi la parte decisiva. Le biografie joyciane, del resto, non sono nuove a queste scatole cinesi.

Nel 1981 Peter Costello, a sua volta biografo sia di Joyce sia del fratello John Stanislaus, non soddisfatto decise di tentare l’inesplorato. Scrisse così Leopold Bloom. A Biography (Gill & Macmillian, 197 pp., si trova solo usato ai prezzi più vari), in cui ricostruiva in rigoroso ordine cronologico la vita del protagonista dell’Ulisse: per il passato fino al 16 giugno 1904, in cui è ambientato il romanzo di Joyce, si basò sui puntigliosi dettagli sparsi nelle sue vorticose pagine; volle però anche ricostruire cosa sarebbe accaduto in futuro, facendo leva su innumerevoli indizi contenuti nello stesso libro e su un po’ di abilità congetturale. In America, dove sono più pragmatici, il libro di Costello uscì come The life of Leopold Bloom. A Novel; eppure, come tutte le biografie, è una storia vera, inventata da cima a fondo.