Foto Unsplash 

una fogliata di libri

Presagio di un tempo non opaco. Lettera da un'alba

Marina Corradi

È la domenica della Divina Misericordia, come la volle Giovanni Paolo II, ben conscio di quanto, di misericordia, abbiamo bisogno. Molto più che di quella giustizia di cui ci riempiamo la bocca, e che poi ci sfugge come acqua fra le mani

27aprile. Dalle colline della Gallura alle sei l’alba si alza sul mare con i colori di un incendio: pare fuoco, davvero, il cielo di porpora che si spalanca.

 
Dalla finestra guardo, incantata. Non resisto alla voglia di prenderla e portarmela a casa, quest’alba: scatto una foto con lo smartphone. Anche se quel cielo di sangue che si mostra solo per qualche istante, mentre ancora tutti in paese dormono, mi resta dentro, come un presagio – come una speranza. Di cosa? Di un tempo a venire non opaco, di un invecchiare non triste, ma carico di senso. 

 
E’ la domenica, oggi, della Divina Misericordia, come la volle Giovanni Paolo II, ben conscio di quanto, di misericordia, abbiamo bisogno. Molto più che di quella giustizia di cui ci riempiamo la bocca, e che poi ci sfugge come acqua fra le mani. Misericordia, in ebraico “con viscere materne”, il modo dell’amore di Dio. (Isaia: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se le donne dimenticassero, io non ti dimenticherò”).

 
L’incendio si fa più intenso, fiamma viva nel pallore argenteo del cielo attorno.

 
E’ un’alba che innamora: di questo mare, della solitaria Gallura delle colline. A quest’ora i branchi di cinghiali, creature della notte, tornano quatti nei boschi di querce. E dalla riva nella prima luce si disegna, a nord, la Corsica, color indaco. E’ una linea che si vede solo nell’aria limpida, e scompare nella calura del mezzogiorno. Torna, la sera, all’orizzonte, più viola: confine o approdo, non sai, ma non riesci a staccarne gli occhi. C’è o non c’è, quell’isola? Chissà: dipende dalle ore, o dal cuore.

 
Dal balcone osservo un grosso gatto rosso, malavitoso evidentemente, che stanco della nottata s’infila fra le sbarre del giardino di casa. Già cantano i merli. Sul mare si levano, lenti, i primi gabbiani: le ali spiegate immobili, giocano col vento. 

 
La linea viola oltre il mare è già scomparsa, come il rosso purpureo di quest’alba. Forse, hai sognato.