Diario per John

Gaia Montanaro

La recensione del libro che raccoglie i resoconti delle sedute che Joan Didion fece con il suo psicanalista (il Saggiatore, 248 pp., 19 euro). Una raccolta che fa risplendere a pieno il suo metodo e la sua scrittura

“Ricordare cosa significa essere me. E’ sempre questo il punto”. La frase che chiude il commovente documentario su Joan Didion (disponibile su Netflix) può essere presa come fil rouge anche di quest’ultimo testo postumo della grande scrittrice americana. Diario per John raccoglie una serie di resoconti delle sedute che la Didion fece con il suo psicanalista – il dottor MacKinnon –, indirizzati al marito John. A lui, con cui ebbe un legame fortissimo e simbiotico, la Didion racconta quanto affrontato in analisi, in particolare il rapporto con la figlia Quintana, adottata appena nata e che stava attraversando in quegli anni gravi problemi di alcolismo. Emerge il costante bisogno di mantenere il controllo, il presagio di un’imminente catastrofe che ha attraversato tutta la vita della scrittrice, i lutti che hanno colpito la famiglia della coppia, la fatica di vivere un presente pieno di ombre e di asperità. Didion ripercorre la storia della sua famiglia, il legame con i suoi genitori per capire la propria postura di madre, sviscera il terrore che la figlia le possa essere portata via, speculare alla paura di Quintana di essere abbandonata dai genitori. Come ne L’Anno del pensiero magico e in Blue Night, l’autrice registra con spietata precisione e senza fare sconti ciò che accade dentro e fuori da sé. Riesce a osservarsi da fuori mentre sta vivendo, a monitorare la temperatura emotiva – e quella razionale – che la muove. Registra il presente con una lucidità che è insieme coscienza di pensiero e di cuore. Questo esercizio emotivo, questa postura del vivere ha però un prezzo. Costa il dolore dell’essere coscienti di sé, di guardare le cose per quello che sono. In Diario per John questo dolore si avverte tutto. Ma si avverte anche il coraggio, il carattere di una scrittrice che è sopravvissuta all’urto della vita proprio grazie a questo contatto ultimo (e ineluttabile) con sé stessa. La Didion va in profondità – nella sua vita e mentre sta vivendo – attraverso la sottrazione, si espone sempre di più, viviseziona la sua esistenza mossa dall’urgenza di vivere il presente. Diario per John si mostra quindi come una raccolta che fa risplendere a pieno il metodo di Didion e della sua scrittura. E che fa tornare in mente un pensiero contenuto in un’altra sua raccolta: “Il “carattere” significa accettare la responsabilità per la propria vita. E’ la fonte da cui sgorga il rispetto per sé stessi. Per quanto a lungo lo rimandiamo, prima o poi tutti ci corichiamo da soli in quel notoriamente scomodo letto, quello che si siamo fatti noi. Se ci dormiamo o meno dipende, naturalmente, da quanto rispetto abbiamo per noi stessi”.  
  

Joan Didion
Diario per John
il Saggiatore, 248 pp., 19 euro

Di più su questi argomenti: