Una fogliata di libri

Prima della rivolta 

Alessandro Mantovani

La recensione del libro di Michele Turazzi edito da Nottetempo (544 pp., 19,50 euro)

E’ il 2045 e tutto è andato male. Milano è la città del futuro: i Navigli sono di nuovo aperti, diminuendo però lo spazio calpestabile di una città già sovrappopolata; barriere invalicabili separano le periferie dall’esterno, composto da migranti accalcati nel campo profughi di Pioltello, e dividono le periferie dal centro, accessibile solo a chi se lo può permettere. La città è una bomba pronta a esplodere, infiammata da agitazioni di gruppi politici e religiosi – dai rivoluzionari Antagonisti, al conservatore Fronte dell’Uomo Comune, passando per la Chiesa dell’Apocalisse –, che tentano di fornire soluzioni al loro presente di rovina.

E’ qui che, da anni di confino presso Pieve di Cadore, rientra il commissario capo Alberto De Santa, trovandosi a indagare sulla misteriosa morte di Renato Valsecchi, top manager pioniere del solare, con un attico in cima alla Torre Velasca, deceduto per avvelenamento all’ospedale Niguarda. Arma del delitto, le carni tossiche di un pesce palla.
E’ così che inizia la sua indagine il De Santa (sempre rigorosamente accompagnato dall’articolo determinativo, che nella parlata lombarda sembra rendere tutti personaggi di un palcoscenico) transitando in una narrazione che Turazzi costruisce abilmente tra noir e distopia. Ben oltre il filo del giallo che unisce le vicende della trama, infatti, ad affascinare nella lettura del romanzo d’esordio dello scrittore milanese è la sua capacità di orchestrare una realtà tanto disturbante quanto verosimile.

Scansando ogni rischio di semplificazione e prendendosi la misura narrativa per sviscerarne gli aspetti, l’autore presenta una realtà ben articolata nelle sue complessità, immaginate a partire dall’esasperazione di fenomeni odierni. Così l’incontrollabilità dei fattori climatici, l’ipertecnologizzazione, il divario tra classi sociali, le migrazioni, il problema del lavoro, la crisi energetica ed economica, tutto nel romanzo sembra saldarsi al nostro presente, mostrandone una plausibile estensione pessimista.

La mossa dell’autore è perciò semplice ma decisiva e il testo assume il ruolo di bussola per una mappatura del collasso sociale “in un’epoca alla fine del tempo”. Con uno stile elegante e descrittivo in grado di mantenere abilmente le aspettative del giallo e tenere alta la temperatura del dettato, Turazzi scrive un libro che è un tributo d’amore alla sua città, ma è soprattutto premonizione e scongiura di un futuro che, così descritto, sembra calare inesorabilmente sul nostro orizzonte.


Michele Turazzi
Prima della rivolta
Nottetempo, 544 pp., 19,50 euro

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