Elaborazione grafica di Francesco Stati 

una fogliata di libri

Quel maledetto Vronskij

Sandra Petrignani

La recensione del libro di Claudio Piersanti. Rizzoli, 240 pp., 18 euro

La voce piana di Claudio Piersanti è un enigma. Ti chiedi come faccia ad avvincere alle sue storie, in cui sembra che non accada niente o pochissimo, e poi quando arrivi in fondo hai l’impressione di stringere fra le mani il senso della vita. La vita dei personaggi, ma anche la vita in senso filosofico. Il nuovo romanzo, Quel maledetto Vronskij, uscito da Rizzoli, è la storia semplice di un matrimonio. Semplice? Quando mai un matrimonio può essere semplice? Eppure fra Giulia e Giovanni sembra procedere tutto benissimo, sono arresi a un amore che hanno accettato una volta per tutte. Persino il sesso funziona, dopo tanti anni. Una spina nel cuore Giovanni l’avverte. Lui è un tipografo e le cose non gli sono andate come avrebbe sperato. Si sente inadeguato rispetto alla bellezza e all’intelligenza di lei. Bellezza e intelligenza che gli sembrano sprecate, nei confronti della propria inadeguatezza – o ciò che così avverte – e in generale. Poi succede che lei si ammala. Il solito tumore. E Giulia si allontana, sparisce. Ma anche questo viene raccontato come fosse nell’ordine delle cose.

Le cose che capitano nella vita. Un amante? Quel maledetto Vronskij in cui, leggendo un libro della moglie, Giovanni s’imbatte? E come ogni innamorato si esercita in terribili fantasie. Ma almeno ha un nemico: Vronskij! E Giulia si trasforma in Karenina. Ma lo scrittore non vuole raccontare un drammone della gelosia. Vuole raccontare l’insolito che si annida nelle pieghe di un’esistenza qualsiasi. E nelle imprevedibili reazioni del suo personaggio c’è una lezione sull’esistere. Senza amarezza e senza consolazione. Fu con Luisa e il silenzio (Feltrinelli, premio Viareggio ’97) che Piersanti s’impose come autore significativo. Ed è rimasto fedele a se stesso, a una specie di presenza silenziosa dentro e fuori i libri, una voce compatta e sorvegliata. “Non si piaceva, non si era mai piaciuto, neanche da ragazzo, e forse per questo già allora cercava di vestirsi con cura, da uomo, non come i suoi coetanei che accanto a lui sembravano fratelli minori”. Però a Giovanni basta piacere alla sua Giulia. Se Giulia morisse, si chiede il lettore, come farà a sopravvivere? Non sarà che quella sparizione lei l’ha messa in atto per abituarlo alla possibilità di restare solo? Lui si mette a copiare Anna Karenina, a mano, per regalarle un libro unico, splendidamente rilegato, quando finalmente tornerà a casa. Per esorcizzare Vronskij, per esorcizzare soprattutto la morte.

 

Quel maledetto Vronskij
Claudio Piersanti
Rizzoli, 240 pp., 18 euro

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