Un bel quartiere

Giorgia Mecca

La recensione del libro di Therese Anne Fowler, Neri Pozza, 363 pp., 18 euro

Perfino la creatura più semplice non è poi così semplice. C’è un quartiere residenziale nella Carolina del nord che si chiama Oak Knoll, una casa nuova di zecca, un’impresa edilizia che sta per abbattere alberi secolari, due famiglie diverse che si ritrovano vicine di casa. Cominciano in questo modo i film horror e le commedie sentimentali, tragedie e love story.

 

Xavier è un ragazzo talentuoso; gli piacciono gli alberi, suonare la chitarra, sta per iscriversi al conservatorio, vive con sua madre Valerie e a volte ha la sensazione che, oltre ad abbracciarla, non possa fare niente per lei. Ed è un dispiacere, perché lei per lui ha fatto tanto. Juniper è una ragazza che ha più o meno la stessa età, sta per compiere diciassette anni e legge moltissimi libri, è lì che ama rifugiarsi. I due ragazzi si conoscono nella piscina di lei, che è bianca e benestante, al contrario di lui. Poco tempo dopo il loro primo incontro casuale si danno un bacio, e fin qui tutto bene. O quasi. Ma poi ci si mette sempre di mezzo il passato, il contorno, il colore della pelle, il sangue e le aspettative che genera nella prole.

  

Xavier è orfano di padre, Juniper è cresciuta con un patrigno che a volte l’ha guardata in modo strano e da cui lei è stata attratta. Forse è anche per questo che quando era più piccola, incoraggiata dai genitori, ha fatto un giuramento di purezza, una specie di voto di castità a stelle strisce. Il sogno di sua madre, infatti, è quello di trasformarla in un angelo in terra. Ci sono ombre anche nelle vite degli angeli, e come al solito hanno a che fare con i primi anni dell’infanzia. Le vengono in mente spesso, a Juniper, le ore in cui aveva provato troppo caldo, troppo freddo, troppa fame, troppa solitudine, troppa paura e dolore.

 

La prima cicatrice di cui conserva la memoria, risale a molto tempo prima: “Quel giorno compiva tre anni e non aveva idea di cosa fosse l’amore, ma l’amore che conosceva lei significava qualcuno che ti abbracciava e ti teneva stretto. E in quel momento non aveva nessuno”. Il ragazzo e la ragazza si innamorano, sono troppo diversi, soprattutto Xavier è troppo nero e viene accusato di un crimine vergognoso che non ha mai commesso. Come ha scritto Joyce Carol Oates, ogni storia d’amore con il tempo si trasforma in un horror. Un bel quartiere di Therese Anne Fowler, tradotto da Ada Arduini, è il libro per questa estate. 

       

Un bel quartiere
Therese Anne Fowler
Neri Pozza, 363 pp., 18 euro