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Ci preoccupiamo troppo della pensione

Cicerone oggi avrebbe un ottimo consiglio sulla nostra società, scrive il Wall Street Journal 

“Per essere una nazione che idolatra la gioventù, l’America spende un sacco di tempo a preoccuparsi della pensione”, ha scritto sul Wall Street Journal Jim Michaels, ex inviato di guerra. “L’industria domestica di giornalisti finanziari e blogger ci bombarda quotidianamente di consigli: dove ritirare gli assegni pensionistici, dove vivere, come investire i nostri risparmi. Sono tutte informazioni utili, anche se i consigli pratici a volte nascondono domande fondamentali. Quando ho cominciato a pensare alla pensione, l’anno scorso, a sessantun anni, mi sono divorato libri e articoli di blog sul tema. Ho persino incontrato un ‘life coach’. Niente e nessuno aveva le risposte che stavo cercando. Non volevo soltanto capire cosa avrei fatto una volta lasciato il mio lavoro: volevo anche sapere chi sarei stato. Era in quel periodo che, curiosando in una libreria di Manhattan, mi imbattei in uno scritto di Marco Tullio Cicerone, il famoso oratore e statista romano. Pare che un paio di millenni fa abbia avuto lo stesso tipo di perplessità.   

        

Cicerone non ha resistito a fornire una guida pratica: era esperto di giardinaggio e consigliava, in vecchiaia, di andarci piano col vino e il cibo pesante. C’è di più. Scrivendo nel 44 a. C., all’inizio dei suoi sessant’anni, non dava consigli sul tenersi occupati o sul ‘restituire’ alla società. Piuttosto, vedeva un valore intrinseco nel diventare vecchi. ‘Che bellezza per l’anima quando, dopo tante battaglie con la lussuria, l’ambizione e la fatica, i litigi e altre passioni, queste finiscono ed ella può tornare a vivere con se stessa’, scrisse Cicerone in ‘Cato Maior de Senectute’. E’ facile sminuire Cicerone. Non doveva preoccuparsi dell’assegno pensionistico o della copertura sanitaria. Oltretutto aveva sposato una donna ricca. Il lavoro di Cicerone, però, affronta il timore che molti di noi hanno circa la pensione. Il lavoro ci tiene occupati, definisce il nostro valore nella società e spesso ci dà una vita sociale. Cosa succede quando non c’è più? Secondo Cicerone, la perdita dell’ambizione e della spinta competitiva non dovrebbe essere compianta. E’ un dono: i pensionati troveranno che il proprio giudizio non è più offuscato dalla passione e dal desiderio, origine di molti dei mali del mondo. ‘Da esso giungono trame segrete coi nemici, il tradimento della patria e il ribaltamento dei governi’, scrive Cicerone.

    

Pochi sono nella posizione di iniziare un golpe, ma tutti possono testimoniare che lo zelo competitivo porta a tante buone quanto cattive decisioni. In molti consigli sul pensionamento, oggi, è implicito il messaggio che dobbiamo trovare il modo di riempire il tempo: tramite il golf, il volontariato, un lavoro part-time, una seconda carriera. Ma Cicerone ci dice che l’ozio e la solitudine non devono essere temute, bensì ricercate. Questo consiglio – conclude Jim Michaels sulle pagine del Wall Street Journal – è importante quanto quello di trovare il giusto equilibrio tra azioni e obbligazioni nel proprio portfolio d’investimento”.

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