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Uffa!
Un mosaico di voci di giornaliste, tra esperienze individuali e storia testimoniata
Giornaliste italiane è il nuovo volume di Massimo Ferrarini, che segue quello da lui dedicato ai "giornalisti". Strana scelta quella di dividere gli uomini dalle donne nel racconto del loro cammino professionale. Ecco alcune testimonianze
Giornaliste italiane, di Massimo Ferrarini (Luca Sossella editore, 2025), che segue il volume da lui dedicato ai “giornalisti”, è un libro strano. Una sequenza di giornaliste che testimoniano il mondo professionale cui appartengono da anni. A me non sarebbe mai passato per la testa di scriverlo, dato che, per quanto mi riguarda, non esistono giornalisti e giornaliste, bensì gente che lavora nei giornali, dell’uno o dell’altro sesso. Ve ne offro un mosaico d’assieme, nel quale per motivi di spazio ho dovuto sacrificare molti nomi e con loro mi scuso.
MARIA TERESA MELI
Quale consigli daresti a una giovane che vuole intraprendere la carriera da giornalista?
Di non farlo. Credo sia una carriera morta, se penso al modo in cui lo fanno i giornalisti della mia generazione, forse in alcuni siti web degli Stati Uniti si riesce ancora a fare...
MONICA GUERZONI
Cosa succederà al Movimento 5 stelle?
La possibilità che il Movimento provi a tornare alle origini ovviamente esiste, magari affidandosi a Di Battista, in tandem con una delle due donne forti, Raggi o Appennino. Giuseppe Conte però è molto resistente, una persona che ha mostrato di amare moltissimo la politica, di essersi innamorata di questo gioco per lui nuovo.
Tu sei una “chigista”, ovvero hai il cartellino per entrare nella sala stampa di Palazzo Chigi dal 2006. Qual è stato il governo più divertente da seguire?
Il secondo governo Prodi fu molto divertente, perché formato da undici partiti, la famosa Unione. C’erano questi vertici esilaranti, le risse, Rutelli contro Prodi, Prodi contro Rutelli...
Se dovessi descrivere Giorgia Meloni con tre parole.
Una persona con una leadership impressionante, una voglia e un’energia trascinanti, a mio avviso uno dei suoi limiti è avere un alto spirito di rivalsa, questo le impedisce di essere la Presidente di tutti, rimane troppo legata alla sua parte politica.
FIORENZA SARZANINI
Da più di vent’anni al Corriere, esperta di casi giudiziari e di inchieste sui politici, è stato complicato essere una donna giornalista e occuparsi di quei temi?
No, io non ho mai avuto un problema di genere, forse perché ho una personalità e un carattere molto cameratesco, non ho mai usato il fatto di essere una donna né in senso positivo né in senso negativo, per me i giornalisti sono giornalisti, le fonti sono fonti.
A te piacerebbe essere la prima direttrice del “Corriere della Sera“?
Il “Corriere” oggi ha un direttore, Luciano Fontana, che svolge benissimo il suo ruolo. Il sogno di ogni giornalista è quello di dirigere un giornale, ma io mi sento già molto soddisfatta visto dove sono arrivata.
CLAUDIA FUSANI
Com’è cambiato il ruolo della donna all’interno delle redazioni? Hai mai avuto difficoltà sul lavoro in quanto donna?
Mai. A Firenze eravamo una redazione con molte donne. Quando dalla politica di “Repubblica”, arrivò Claudio Giua, che in seguito diventò mio marito, rimase terrorizzato e sorpreso di trovarsi in mezzo a tante donne. Non ho mai avuto problemi. Ho sempre avuto riconoscimenti di pari stima e pari incarichi.
HOARA BORSELLI
La tua storia da giornalista segue un percorso non ordinario, la tua gavetta, iniziata da molto giovane, è nel mondo dello spettacolo, poi approda alla politica e di conseguenza diventi opinionista e giornalista.
E’ come se avessi vissuto due vite. Nella prima facevo parte del mondo dello spettacolo. Quando ero all’apice del successo, avendo vinto il programma televisivo “Ballando con le stelle”, cominciarono ad arrivare offerte per iniziative importanti in prima serata. In quell’istante ho capito che era quello che non volevo [...] Il giornalismo era invece il mio sogno.
MARIA LATELLA
Che ricordo ha dei suoi direttori?
Ho iniziato con Michele Tito, un bravissimo direttore, che perdeva tempo persino con una borsista come me: ogni settimana mi chiedeva quali libri avessi letto, al plurale, quindi mi dovevo preparare, il messaggio era sì quello di fare bene il mio lavoro di stagista ma non solo, dovevo leggere, dovevo informarmi, cosa che continuo a dire ai giovani giornalisti: “Non potete scrivere bene se non avete letto Bel Ami di Maupassant”, tanto per dirne una.
PAOLA PEDUZZI
Come sei arrivata al “Foglio”?
Arrivo al “Foglio” già con l’incarico di occuparmi di Esteri. Il quotidiano ha una struttura piccola e orizzontale, tutti partecipano alle riunioni di redazione, è una scuola meravigliosa.
CESARA BUONAMICI
Che differenza c’è fra essere una giornalista di una redazione televisiva e una della redazione di un quotidiano cartaceo?
I tempi sono diversi. Nella tv si parla di oggi, sui giornali è scritto di ieri.