
(foto Wikipedia)
Terrazzo
Tesoro, mi si è ristretto il college
Una scuola inglese insegue gli studenti più ricchi (in fuga dal Regno Unito). Anche a Milano e Roma
"C’è un esodo di milionari”. Lo ha dichiarato al Times di Londra Richard Cairns, allarmato amministratore delegato del Brighton College, prestigiosa istituzione scolastica privata britannica con sedi distaccate a Singapore, Bangkok, Hanoi, Abu Dhabi e Dubai. Prima la Brexit, poi la micidiale imposta di successione fissata al 40 per cento, hanno dirottato verso Italia, Spagna e Portogallo i detentori di patrimoni, attratti dalle facilitazioni fiscali, unite all’inferiore costo della vita, al clima, alla cucina, alla varietà del paesaggio. E allora che fare? Il Brighton College ha deciso di aprire filiali anche nei Paesi raggiunti dagli esodati, sia per inseguirne la doviziosa prole, sia per offrirsi a chi già risiedeva in questi tre paesi bramando la più esclusiva istruzione britannica, senza però dover spedire i figli oltremanica. Così, dal 2027 apriranno le filiali di Roma (in un ex convento di cui non è ancora stato comunicato il nome), di Madrid e Lisbona (in edifici riconvertiti a uso scolastico). Si sta cercando anche una sede milanese, e chissà mai che finalmente possa trovare un ruolo il Pirellone dopo lo “schiaffo di Amsterdam”, città che in uno sciagurato sorteggio prevalse su Milano e sul Pirellone, che era stato prescelto per la sede dell’Agenzia Europea del Farmaco. Una scuola britannica per rampolli dell’upper class, proprio di fronte alla miscela umana della Stazione Centrale, rappresenterebbe un bell’innesto cultural- finanziario e ridarebbe un senso all’elegante madre di tutti i grattacieli milanesi.
Il Brighton College, per studenti dai 3 ai 18 anni, è stato più volte nominato Independent School of the Year dal Sunday Times. I risultati agli A-Level e agli IB sono molto alti, con notevoli percentuali di studenti che riescono poi a entrare nelle università più selettive (Oxford, Cambridge, Ivy League, LSE, Imperial). Il campus è considerato uno dei più belli dell’Inghilterra, con edifici storici vittoriani dotati di teatri, palestre, laboratori STEM. La retta annuale, in regime “day pupil”, cioè se si è residenti e si torna a casa a dormire, è di circa 30mila sterline, cui vanno aggiunte le uniformi, lo scuolabus, i pasti, le gite scolastiche, i libri, le attività extra - dagli sport alla musica, al teatro. Per chi invece resta in convitto, il costo è di circa 66mila sterline l’anno per gli studenti britannici residenti, e di 82mila per chi proviene dall’estero. Più IVA al 20 per cento, da cui però sono esenti le rette italiane, spagnole e portoghesi. Ogni anno circa mezzo milione di cittadini del Regno Unito si trasferisce all’estero, il 40 per cento in Europa, perlopiù in Italia e Spagna. Al contempo, crescono invece gli studenti americani e cinesi che studiano negli istituti privati britannici. “Prevediamo una domanda significativa e un grande entusiasmo a Madrid, Roma e Lisbona per scuole che riproducano l’etica, le tradizioni e le ambizioni delle nostre migliori scuole private. La percezione globale del nostro marchio e che il Regno Unito abbia il miglior sistema educativo al mondo”. Sono sempre parole di Cairns, già scatenato nel reclutamento di bambini milionari da arruolare nelle nuove sedi europee.