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Terrazzo

Migrazioni, un ritratto del nostro mondo

Giuseppe Fantasia

Una suggestiva mostra di 194 fotografie e una collezione di grandi bauli in pelle con finiture elaborate accanto a piccole valigie malconce con adesivi che indicano la loro destinazione. Una visita al Fenix, il nuovo museo internazionale di Rotterdam 

A Katendrecht, storica zona portuale di Rotterdam recentemente riqualificata, dalle ceneri di un vecchio edificio del 1923 di oltre 16mila metri quadrati, è nato il Fenix, il nuovo museo internazionale che esplora i temi della migrazione attraverso l’arte. Costruito dall’architetto Cornelis Nicolaas van Goor, fungeva da stoccaggio e spedizioni della Holland America Line che fornendo servizi di trasporto a vapore tra i Paesi Bassi e l’America, facilitava i viaggi di milioni di emigranti. Spinti da disperazione e necessità, sono stati loro, per primi, dei ‘‘viaggiatori’ curiosi e coraggiosi pronti partire dalla riva sud del fiume Mosa in cerca di fortuna per gli Stati Uniti e il Canada. Dall’Hotel New York, ad esempio, un tempo sede della Holland America Line, che a Wilhelminapier spicca tra i palazzi futuristici come il World Port Center di Norman Foster, il New Orleans di Alvaro Siza Vieira e gli altri del quartiere Kop van Zuid: le torri Montevideo di Mecanoo, il KPN Telecom Building di Renzo Piano insieme a quelli della prima Chinatown dell’Europa continentale.

È il punto migliore da cui ammirare il Fenix che raggiungiamo percorrendo il ponte Rijnhavenbrug. A colpirci è ovviamente Tornado, che di questo museo progettato da Ma Yansong e dal suo studio MAD Architects, ne è già il simbolo: una scala a doppia elica che dal piano terra a’innalza fino alla terrazza sospesa, offrendo una vista panoramica sulla città. All’interno ci sono due piani di gallerie con la mostre “All Directions: Art That Moves You”, un ampio percorso tra arte contemporanea e documentazione storica in 150 opere ed oggetti artisti come Steve McQueen, Adrian Paci, Cornelia Parker, Gordon Parks, Grayson Perry, Ugo Rondinone, Omar Victor Diop, Shilpa Gupta Bill Viola e molti altri. La fotografia ha una sezione importante e raggiunge l’apice con la mostra “The Family of Migrants” che si ispira a “The Family of Man”, l’esposizione fotografica curata da Edward Steichen, presentata al MoMA nel 1955, divenuta poi uno dei più noti progetti espositivi fotografici del Novecento. Una mostra a dir poco suggestiva che raccoglie 194 fotografie realizzate da 136 fotografi provenienti da 55 paesi, affrontando il tema della migrazione attraverso ritratti, reportage e immagini documentarie. Troviamo anche una serie di reperti storici di grande valore – su tutti, una sezione del Muro di Berlino - e diversi oggetti personali raccolti dai cittadini di Rotterdam che raccontano storie individuali di migrazione come la simbolica “The Suitcase Labyrinth”, una monumentale installazione interattiva composta da duemila valigie donate al museo.

È al piano terra - che qui è una piazza coperta chiamata Plein – e consiste in una collezione di grandi bauli in pelle con finiture elaborate accanto a piccole valigie malconce con adesivi che indicano la loro destinazione, insieme a “(Kindness) of (Strangers)”, l’opera dell’artista cileno Alfredo Jaar. Ognuno qui racconta la sua storia, “che è poi la storia del mondo intero”, ci ha spiegato la direttrice Anne Kremers, “un racconto di arrivi e di partenze, di cambiamenti continui per affrontare il futuro”.
 

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