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L'Ikea dell'apocalisse
Dai mega ricchi agli estremisti religiosi che si fidano post di Facebook sulle profezie Maya. In Usa i bunker ora sono di moda anche per la middle class, e l'industria del “panico” fa il pieno di clienti
Il terrore americanissimo dell’apocalisse ha colpito per decenni soprattutto due categorie. Da una parte i mega ricchi, che possono permettersi di far costruire safe-room e compound anti zombie nelle loro tenute, più in funzione anti ladro o anti blackout o anti folle rivoluzionarie che non per l’arrivo di lingue di fuoco e angeli da libro di Enoch. Dall’altra i complottisti pazzerelli, redneck, estremisti religiosi, hillibilly che si fidano dei podcast dell’AltRight e dei post di Facebook sulle profezie Maya e che pensano che l’acqua del rubinetto venga avvelenata per controllarne la mente – prima dai sovietici, poi dagli illuminati, ora da Soros, Bill Gates e dal deep state.
Ma adesso il business del rifugio per prepararsi alla fine del mondo è arrivato anche alla middle class. Un vero boom dell’industria del “panico”. Piccole Ikea per preparare la tua casa in vista dell’apocalisse o di tumulti sociali esagerati, di guerre civili da 6 gennaio o da desertificazione improvvisa del Missouri. La classe media mima i trend dei miliardari che sanno cosa succederà, grazie a Bilderberg e Davos. Il clima politico e quello ambientale, fra trumpismo e dati spaventosi sull’innalzamento delle temperature, tra incendi losangelini e gelate newyorkesi portano a fortificazione delle villette dei sobborghi di Pittsburgh, a tunnel nei giardini delle periferie di Phoenix, ad arsenali di armi in un seminterrato di Austin che nemmeno la Banda della Magliana.
Nel 2023, dicono i dati, un adulto americano su tre si stava preparando al “giorno del giudizio”, ma i produttori di bunker dopo aver per anni venduto ai ricchi, ora si rendono conto che la loro clientela è anche fatta di normalissime coppie di professionisti, gente “normale” che pensa: “Non si sa mai”. Famiglie “working class”, che piuttosto che farsi le vacanze per qualche anno si fanno scavare una stanza segreta sotto al cortile dove mettere fagioli in scatola e Monopoly. Il Ceo dell’azienda Atlas Survival Shelter ha detto al New York Times che ora offrono bunker prefabbricati a 20 mila dollari, per “gente che guadagna 60 mila all’anno, che guida furgoncini Chevrolet e non Ferrari”. Nello sperduto South Dakota – stato con meno di un milione di abitanti – un imprenditore ha comprato una distesa di vecchi hangar, li ha ricoperti di terra e ora li affitta a 50 mila dollari per 99 anni (l’arredamento è extra). E l’altra novità sono appunto le varie stanze segrete che stanno sorgendo nelle villette da famiglia Simpson. Nascondigli dietro ai caminetti pieni di cibo in scatola per campare anni coi fagioli. Pannelli che si spalancano premendo un bottone nascosto o, per i più nostalgici dei vecchi spy movie, abbassando un libro finto su una mensola. Dietro ci sono pareti con appese Glock e Beretta, balestre e fucili da cecchino. Secchi di munizioni. E poi, dato che in America lo spazio non manca mai, si sta registrando un boom di clienti che si fanno costruire veri e propri campi di tiro al chiuso, come espansione dissimulata del salotto, dove potersi allenare quotidianamente, piccole Bat caverne nel Midwest nate leggendo Nostradamus su Twitter.


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