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Terrazzo

Roma Sud è più ricca di Roma Nord, è avvenuto lo storico sorpasso

Michele Masneri

Il reddito pro capite del IX municipio della Capitale ha superato quello del XV: 29.605 euro a i 28.729. Storia di un ribaltone

Dal  rapporto Caritas sulla povertà 2023 emergono dati interessanti anche di geopolitica domestica. Per esempio ecco il numero che certifica lo scarto tra Milano e Roma: con i loro 28.600 euro pro capite annui i romani guadagnano circa 8.400 euro in meno dei milanesi. Questo, diciamo, era intuitivo. Meno intuitivo che a Roma, praticamente metà di chi ci abita è povero o molto povero  (il 42,2  per cento dei residenti dichiara un reddito inferiore a 15mila euro; speriamo che siano solo evasori. Almeno 23.420 sono invece senza fissa dimora).


Quasi sconvolgente (dato delicatissimo, che andrebbe approfondito, e che intacca una delle dorsali identitarie della città) è che al terzo posto della classifica dei redditi per quartiere, dopo Parioli e Centro storico, c’è il IX Municipio, ebbene sì, quello dell’Eur, Roma Sud, 29.605 euro  pro capite, contro i 28.729 del XV, Roma Nord per eccellenza, che comprende Vigna Clara, Fleming, Ponte Milvio.   


“Roma Nord” insomma, qualunque cosa voglia dire, è più povera di Roma Sud. La tematica è da sempre fondamentale in città, Roma Nord è da sempre identificata infatti con ricchezza affluente, Suv, ampie highways e palazzi terrazzati (anche con quei nomi, via Cortina d’Ampezzo, Vigna Stelluti, fino al fantastico “piazza dei Giuochi - giuochi - Delfici”; una toponomastica totalmente Capital). E poi i canyon losangelini del Fleming, insomma la nostra California a portata di mano. Roma Sud invece è da sempre considerata popolare, Cesaroni, pasolinismo, fagottari a Ostia. “Roma Nord non è così lontana in fondo” – cantava Umberto Tozzi nel 1982 nell’eponimo singolo Roma Nord, ma le distanze (non solo metafisiche, dato il traffico e i lavori per il Giubileo) sono siderali. Vecchia questione. Una serie non indimenticabile di qualche anno fa,  “Romolo + Giuly: La guerra mondiale italiana” confermava i “bias” come dicono a Milano, nella storia dell’ amore impossibile tra  Giuly Copulati, figlia del signore di Vigna Clara e Roma Nord, e Romolo Montacchi, figlio del console di Ostia e protettore di Roma Sud.  Ma forse ora le cose si fanno più complicate. 


La storia di Giorgia Meloni già insegnava: nella sua fondamentale biografia “Io sono Giorgia” la premier racconta l’inizio della sua fiaba, quando dalla Camilluccia (dove viveva Gadda, luogo di tristezze borghesi all’ombra di Monte Mario) rotola giù bambina fino a Roma Sud, alla Garbatella. E lì drammi neorealisti, testa-piedi con la sorella Arianna. Leggendo meglio, però, alla Garbatella c’è rimasta pochissimo, arrivando infine in una Roma Sud che è quella del Torrino, sobborgo dell’Eur nato negli anni Ottanta di ville e grattacieli. Un sopralluogo chiarì meglio: palestre, centri estetici, centri commerciali con enoteche e “pet clinic”, ” baby spa”, suvvoni e sedi di corporation americane. Insomma niente a che vedere con la retorica sudista. Al Torrino (quartiere indefinito, tra l’Eur e Decima, che è invece popolarissimo) alligna questa strana borghesia, ci stava pure la famiglia regnante romasudista, i Totti, e nel dramma della separazione della coppia,  ricordiamo, un ruolo l’ebbe pure la dorsale nord/sud. Quando si seppe che Noemi Bocchi, la nuova fidanzata, era di Roma Nord, e a Roma Nord voleva trascinare, e trascinò, il Pupone, quello geografico fu un affronto quasi peggiore di quello sentimentale. A proposito di affronti, chissà che ne sarà della villa sempre torrinese con piscina e pannelli solari già rogitata da Meloni prima dei fuorionda fatali. 


Il Torrino poi non è centro ma non è nemmeno periferia. È la Roma Nord di Roma Sud, si è già detto. Questa parte di città è stata da sempre infatti un rifugio per tipologie di personaggi peculiari. Calciatori, per la vicinanza al campo di Trigoria. E altre categorie di persone che vogliono essere vicine alle vie di fuga, il mare, l’aeroporto. Ci abitano piloti d’aereo, ma anche fattispecie più misteriose. Spie. Nel 1995 il tenente colonnello del Sismi Fabio Marcelli fu trovato impiccato nella sua casa del Torrino. Viveva da anni sotto falso nome. Viene trovato morto in una calda giornata estiva. E tra i laghetti dell’Eur fu arrestato Walter Biot, capitano di fregata accusato di trafugare segreti militari per darli ai russi. Non lontano, a Casalpalocco, insieme ai romani che fuggivano dalle movide causando i rimproveri di Nanni Moretti, stava già Maurizio Arena, il “principe dei fusti” del cinema, che brancolava in allegria con Titti di Savoia, sorella di Vittorio Emanuele. 


Infine ora il benessere certificato. Insomma, forse è ora di prendere atto che Roma Sud non l’avevamo vista arrivare, forse è finita una primazia anche fisica. C’è stata la sostituzione etnica tanto temuta dal (residente al Torrino) ministro Lollobrigida. La “razza” romanordista, generalmente era considerata più fit della media romana: capelli biondi, occhi chiari, anche altezze maggiori della media (ma forse erano i circoli sportivi sul Tevere, o  forse sono solo le New Balance o Hogan con rialzo). Adesso, chi li distinguerebbe dai nuovi romani "di giù"? Oggi, le nuove finte bionde (magari biondo-cenere, come Arianna Meloni) stanno tutte all'Eur, è chiaro.

 

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  • Michele Masneri
  • Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).