Una scena di "Gomorra 3" 

terrazzo

Al criminale non piace il minimal

Giulio Silvano

“Ovvio che ha ammazzato, guarda che rubinetti!”. La cronaca nera rilancia un trend giornalistico: gli interni della casa del killer. Più sono trash e più sembrano interessare. Come se gli studi lombrosiani potessero estendersi al design d’interni

I diversi omicidi delle sex-workers di Prati hanno rilanciato un trend giornalistico: gli interni della casa del killer. Più sono trash e più sembrano interessare
, offuscando l’atrocità del plurimo femminicidio e l’orrore della prostituzione come fonte di sopravvivenza per povere immigrate. 

  
La Repubblica: “Rubinetti dorati e una spada alla parete nella casa del killer di Prati”. Corriere della Sera: “La casa del killer De Pau a Balduina con le maniglie color oro”. E poi il Messaggero che sembra quasi un annuncio di immobiliare.it: “Killer di Prati, ecco l’appartamento alla Balduina”. 

 
Scrive la Repubblica: “Il bell’appartamento di via Venanzio Fortunato, alla Balduina, è in vendita dal luglio scorso a oltre 500 mila euro. Da lì il killer è uscito per andare al b&b di via Milazzo e poi, dopo una notte di alcol e cocaina, spostarsi in Prati e uccidere le tre donne”. Le foto di interni sembrano valere più di una perizia psichiatrica. Il giudizio passa tramite il gusto, quindi. “Non solo assassino, ma anche persona con pessimo gusto”, sembra dire. Oppure il gusto diventa – fedeli i giornalisti della colonna di destra a Pierre Bourdieu – una certificazione del gesto criminale: “Ovvio che ha ammazzato, guarda che rubinetti!”. Come se gli studi lombrosiani potessero estendersi al design d’interni. E quindi, come se gli acquisti al Brico o nello showroom Kartell, potessero essere usati stile Minority Report. “Oddio ha comprato lo sgabello a gnomo, arrestatelo preventivamente!”. Sostituire la shopping list Ikea alla frenologia.

 
Questa forma di clickbaiting come tutto il clickbaiting è dannoso e irresistibile, e quindi si va a vedere com’è che un presunto assassino plurimo sceglie piastrelle e sanitari. “Porte di noce bianche con maniglie color oro e mobili in legno. Ricorda uno stile ‘da boss’” scrive Today.it. 

 
E poi lui, sempre. Il rubinetto d’oro. Aveva riempito le prime pagine anche nel caso dei sequestri delle ville dei Casamonica, la tribù di sinti abruzzesi della Romanina, come un tempo succedeva con le case dei dittatori detronizzati, da Ceausescu a Saddam. Servizi mossi del Tg per andare a vedere vasche da bagno e statue di tigri e poster di Scarface nelle villette. Ma non serve cercare nella criminalità, esiste anche la pagina Instagram @Casepacchiane dove si vede l’armamentario disponibile di sedie stile Luigi-a-caso, troni cheap, divanoni bianchi pseudo-chesterfield e cancelli per villini finto griffati Louis Vuitton. E poi qualsiasi oggetto di mobilio col simbolone della testa della medusa di Versace che va tantissimo, anche custom made sulle ante della cucina o sulla testiera imbottita del letto.

Di più su questi argomenti: