Terrazzo

Ci mancavano i palchi a forma di Måneskin

Michele Masneri

Fa discutere l'iniziativa del comune piemontese di Nichelino, ma Boeri approva

In piena Art Week milanese, Torino risponde con “I Palchi dei Måneskin”. Continua così la dialettica infinita tra le due città: c’era chi accusava il capoluogo lombardo di voler cannibalizzare MiArt, e adesso arriva questa nuova bizzarra iniziativa. Si chiama, nell’infinita fantasia dei progettisti e dei curatori, “i palchi dei Måneskin”.  Sarebbero quattro le aree scelte nel periodo dell’Eurovision (dal 10 al 14 maggio), per ospitare queste installazioni, ognuna dedicato a un membro della band vincitrice della scorsa edizione. Grugliasco, Falchera, Barriera di Milano e Nichelino, “saranno i fondali urbanistici dove verranno costruiti i palchi coi volti di Victoria, Ethan, Thomas e Damiano”.

 

Questo progetto, secondo l’ideatore Yuri Maria Blandi Palchetti, rientra nell’intento di riqualificare e rammendare, per dirla alla Renzo Piano, le aree a bassa intensità torinese, “cercando di far avvicinare i giovani alla musica, riattivare dei luoghi che altrimenti sarebbero abbandonati al loro destino, cercare di far ripartire l’economia a partire dal settore più danneggiato dal periodo pandemico. Per questo la scelta è ricaduta su due aree contigue a centri commerciali (Grugliasco e Falchera), ma anche nei luoghi di ritrovo storici dell’hinterland torinese, identificati in piazza Cerignola in Barriera di Milano (già piazza Foroni) e la piazza Di Vittorio di Nichelino, molto amata dai nichelinesi”. 

 

Ogni palco, spiegano gli organizzatori al Foglio, avrà un suo tema, dove si esibiranno artisti diversi ogni serata e si affronteranno tematiche diverse. “Nella splendida cornice di Nichelino si esibiranno gli artisti che renderanno onore alla storia dell’Eurovision; a Grugliasco invece l’evento sarà tutto al femminile – si esibiranno le migliori artiste torinesi e non.

 

Folkloristica invece la scelta del Palco Thomas in Barriera di Milano, dove i fortunati potranno assistere ai concerti di cantautori locali come “Gennarino Pugliese”, importante artista neomelodico della zona, figlio di emigrati che scelsero proprio questo quartiere in cerca di lavoro. Parallelamente saranno offerte degustazioni di prodotti DOC e DOPCG pugliesi con esperienze a chilometri zero e filiera corta, anche per celiaci. Infine il palco Ethan sarà più “alternativo” per dare spazio anche agli amanti della musica metal, in tutte le sue sfumature più hardcore estreme”.

 

Non si sa cosa ne sarà di questi eco-mostri dopo la kermesse, anche se gli organizzatori sottolineano come i materiali siano 100 per cento riciclabili e ottenuti secondo i canoni dell'economia circolare, ripescati dalle isole di microplastica della Dora Baltea.


Chissà cosa ne pensano (se pensano) gli amministratori locali. Intanto arriva il commento dell’archistar Stefano Boeri, già ideatore e deus ex machina delle week milanesi, che pare tutt’altro che indignato.  “Ossigeno dalla periferia torinese”, commenta Boeri col Foglio. “Finalmente si scavalca l’urbanistica tattica. I palchi maneskiniani sono il salto evolutivo che l’architettura italiana aspetta da decenni. L’approdo Venturiano e gioioso dell’”architettura/papera” contaminato con la potenza onanistica del Colosso aymoniniano. Si vola Altissimi”. 


 

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  • Michele Masneri
  • Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).