Terrazzo

Apre casa Balla: futurismo e vicende immobiliari si intrecciano

Michele Masneri

Grazie al Maxxi è visitabile dal 25 giugno l'appartamento che il massimo futurista romano si fece nel '29. Su prenotazione, a Roma

Apre finalmente al pubblico casa Balla, cioè l’appartamento che il massimo futurista romano si fece nel ‘29, scacciato dagli agi immobiliarmente insostenibili dei Parioli e deportato nel costruendo quartiere della Rai alle pendici di monte Mario.

 

La casa, dove abitò con la moglie Elisa e le due figlie Luce ed Elica, pittrici anche loro, passò poi alle eredi, che l’hanno abitata e custodita fino agli anni Novanta. Infine trasformata in museo e oggi fa parte di una generale valorizzazione voluta dal Maxxi, con mostra al museo di opere e arredamenti (e rivisitazioni di giovani artisti), e visite al Bal Tic Tac, piccolo teatrino “off” a via Nazionale.

  

 

Ma la casa Balla, nell’assolato quartiere delle Vittorie, piace moltissima ed è prenotatissima, ed è anche un manifesto di “do it yourself” e di come sistemare una casa con fantasia senza spendere troppo: con la controtelaiatura dei corridoi a nascondere le tubature, e la quadreria in alto; gli ingegnosi portaombrelli e attaccapanni colorati, e poi lampadari, credenze, madie, letti. Tutto fatto su misura (certo oggi anche a trovarli, artigiani in grado di realizzare tutto, chissà che prezzi).

 

A un certo punto, nel quartiere allora nascente, gli costruiscono un palazzo attaccato, e gli murano pure una finestra. Il Maestro viene risarcito con uno stanzino in più, a quel punto rumorosissimo, che verrà ribattezzato “stanza dei rumori perpetui”. Ci sono i ricami con cui la moglie manteneva la famiglia prima della fama, il citofono ancora con Balla scritto sopra, e lo studiolo con inciso il numero della Municipale, forse per problemi di doppie file già allora. Per feticisti immobiliari futuristi, nello stesso palazzo di via Oslavia 39/b, si vende un immobile, 220 mq, 825 mila euro (trattabili).

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  • Michele Masneri
  • Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).