(foto LaPresse)

Terrazzo

Conran, nouveau pauvre

Michele Masneri

E' morto a 89 anni il designer della praticità, inventore del colore blu Conran

Era uno dei pochi designer ad aver dato vita a un aggettivo, “conraniano”, a significare prodotti piacevoli e pratici non troppo disegnati. Sul semplice, con materiali di buona qualità: una via di mezzo tra uno Shaker e un Ikea (e ha generato pure un colore, il blu Conran: chiaro, e luminoso). Terence Conran è morto il 12 settembre dopo una lunga vita occupata soprattutto a rifare il gusto inglese, tra design, ristorazione, e un generale alleggerimento della pesantezza insulare britannica. Nel 1964 aveva aperto il primo grande magazzino Habitat a Londra che insieme ad altre epifanie (la minigonna, i Beatles, Bowie) ha ridefinito il volto della Britannia polverosa del Dopoguerra: vendeva pezzi di design scandinavo, elettrodomestici Braun, e mobili disegnati da lui che nessuna azienda aveva accettato di produrre. Ma ha anche introdotto gli inglesi al caffè espresso, a una cucina che non contemplasse solo fish and chips avvolto nel giornale tossico (quando i giornali si vendevano). Si è sempre definito un “nouveau pauvre”, un nuovo povero, perché il padre, importatore di resine industriali, fallì durante la guerra – di lì, la voglia di fondare un impero (la mamma, come spesso invece in questi casi, artistica e decisiva per le ispirazioni filiali). Poi va in Francia dove si rende conto che si può mangiare non necessariamente sandwich di carne in scatola seduti su orribili mobili finto antichi. Nel 1953 torna a Londra e apre il suo primo ristorante: poi diventeranno cinquanta; e poi seguiranno uno studio d’architettura, e il Conran Shop.

 

Viveva tra Londra e Barton Court, ultima sua realizzazione, un casone di campagna con fabbrica di mobili in piccola serie, orto biologico che rifornisce i suoi ristoranti, e fiume per la pesca alla trota. Il magnate degli aspirapolvere Dyson, baronettizzato come lui, ogni tanto gli scoperchia qualche tetto atterrando in visita con l’elicottero (in una specie di passaggio di consegne tra designer immaginifici britannici). Quattro mogli, infiniti sigari, molti soldi guadagnati e spesi, Conran aveva occhio infallibile e prensile. Contribuì a scoprire la poltroncina Carimate di Vico Magistretti, facendola diventare la sedia dei Beatles. “Nel 1960 feci un ristorante dove mi toccava di mettere anche le sedie” raccontò poi Magistretti. “In giro, all’epoca, c’erano quelle di Aalto, di Jacobsen: carissime. Dissi, mi avete rotto, ora me le faccio io le sedie. E inventai la Carimate, il mio primo pezzo di design. E’ stata il peggior affare della mia vita. Il Terence Conran, un intelligentissimo pirata, mi chiese di portare su a Londra la Triennale del Sessanta, e prese la Carimate... Divenne la sedia degli intellettuali londinesi. Lord Snowdon mi chiese le Carimate per Buckingham Palace, e chiese pure lo sconto”. L’intelligentissimo pirata era grande fan anche di Memphis, da cui ha preso il gusto per i colori e insieme la semplicità luminosa degli Shakers americani. Aveva coltivato invece un odio feroce per la Thatcher – “una delle persone più odiose che abbiano mai messo piede sulla terra”, e non ha mai nascosto il suo essere socialista. Fautore di un secondo referendum, era profondamente anti-Brexit (e come avrebbe potuto non esserlo, avendo contribuito a importare gioia di vivere con classici stranieri che gli inglesi ritengono profondamente inglesi, come le casseruole di terracotta francesi o il wok). Odiava ugualmente il concetto di “lifestyle”, e pare che sobbollisse alla vista degli Instagram di decoratori-influencer. Considerava il Design Museum di Londra aperto nel 1989 la sua migliore creazione.

 

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