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Accendere la luce e caricare il cellulare con l'energia dei propri passi

Stefania Nicolich

Basta un impianto posizionato sotto qualsiasi tipo di pavimento: mattonelle, moquette o legno. Idee dalla Sardegna

Generare energia elettrica dai nostri passi è alla base di questa start up di Cagliari, Veranu. E’ nata da un’idea di Alessio Calcagni, precisamente dalla sua tesi di laurea in Ingegneria elettronica, nel laboratorio di Dealab, affiancato dalla professoressa Annalisa Bonfiglio, presidente del CRS4, Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna, situato nel Parco scientifico e tecnologico (Polaris). Con il suo progetto di tesi aveva realizzato un sensore di pressione piezoelettrico, materiale che ha la capacità di generare corrente elettrica se viene premuto. Questo sensore è stato inserito in un tassello di pelle sintetica di un robot e tramite un segnale elettrico il robot era in grado di comprendere se lo si stava toccando.

 

Da questa tecnologia, Calcagni cominciò a lavorare con lo scopo di produrre energia elettrica tramite la sola pressione ricavata dai passi delle persone e crea un team di sviluppo con altri due ingegneri elettronici, Simone Mastrogiacomo e Giorgio Leoni. Nel 2016 parteciparono a “Startup Battle”, evento organizzato dall’incubatore Clhub di Capoterra, vincendo il primo finanziamento che permise loro di registrare il brevetto della tecnologia e fondare la start up, battezzandola Veranu. Il nome deriva dal sardo barbaricino e significa primavera. “Abbiamo scelto questo nome per dare un vento d’innovazione (primaverile appunto) al mondo dell’imprenditorialità giovanile”, dice Calcagni. A ottobre, sempre nel 2016, esposero il primo prototipo a Sinnova, Salone dell’Innovazione a Cagliari. La tecnologia così perfezionata consiste in un impianto posizionato sotto qualsiasi tipo di pavimento: mattonelle, moquette o legno. L’impianto è formato da dei moduli che si flettono di due millimetri sotto la pressione dei passi delle persone e sono collegati a una batteria che ne accumula l’energia. L’energia generata in questo modo permette di accendere delle luci (non solo decorative ma anche di emergenza) e di caricare perfino le batterie del cellulare.

 

In più, con lo sviluppo di un software si possono monitorare gli spostamenti e la posizione delle persone, elemento importante per la sicurezza, ad esempio, all’interno di aeroporti e centri commerciali.

 

“Finora abbiamo implementato la tecnologia e i brevetti, il 2018 è, invece, l’anno in cui vogliamo sviluppare l’entrata nel mercato e raggiungere i primi clienti nella realtà pubblica come università, biblioteche, aeroporti, stazioni dei treni e metropolitane e centri commerciali. Pensiamo ‘locale’, quindi al mercato dell’Italia ma anche all’agire globale, con contatti in America e Asia”, spiega Calcagni.

 

Per quanto riguarda l’ecosistema delle start up, la Sardegna ne rappresenta un bacino importante. L a regione sostiene i giovani che vogliono trasformare le proprie idee in startup con finanziamenti. La Sardegna è stata anche l’unica delegazione a portare sette start up al Ces (Consumer Eletronics Show) di Las Vegas del 2018.

 

Una di queste è Life Tree, che ha sviluppato Namastree, un albero tecnologico che raccoglie l’energia solare che poi può essere usata per trasformare la condensa in acqua pulita, purificare l’aria, offrire sistemi di emergenza con collegamenti diretti a enti di soccorso ma anche un sistema di ricarica per auto, moto e biciclette elettriche nonché di apparecchiature elettriche come i telefonini. E’ pensata soprattutto per paesi in via di sviluppo ma risulta utile anche per i paesi più industrializzati. La start up è specializzata nella progettazione e produzione di automazioni industriali, quali sistemi di pilotaggio da remoto, sistemi multifunzione energeticamente autonomi e tecnologie robotiche capaci di operare in ambienti non accessibili dall’uomo.

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