Badanti, colf e baby sitter a domicilio con l'algoritmo e la geolocalizzazione di Helpling

Maurizio Stefanini
Anche il tradizionale lavoro delle colf è rivoluzionato dalle start-up. Sono infatti la pulizia di casa e la preparazione dei pasti due dei settori tradizionalmente affidati alle collaboratrici domestiche. Il primo è appunto l’ambito dove opera Helpling, che si autodefinisce in modo aggressivo “il sito delle colf 2.0”, o anche “la colf online ai prezzi del nero”.

Anche il tradizionale lavoro delle colf è rivoluzionato dalle start-up. Sono infatti la pulizia di casa e la preparazione dei pasti due dei settori tradizionalmente affidati alle collaboratrici domestiche. Il primo è appunto l’ambito dove opera Helpling, che si autodefinisce in modo aggressivo “il sito delle colf 2.0”, o anche “la colf online ai prezzi del nero”. Il contesto è quello di un mercato in cui – secondo i dati rilevati da una ricerca del Censis – due milioni di famiglie italiane si affidano a un collaboratore domestico, per una spesa da 19,3 miliardi all’anno. Ma il 55 per cento di colf, badanti e baby-sitter impiegato, pari cioè a 876 mila unità, è pagato “in nero”: un problema non solo italiano, visto che la proporzione di collaboratori domestici in tale condizione è del 40 per cento in Francia, del 45 per cento in Germania e del 70 per cento in Spagna. Il problema è nato dal fatto che tradizionalmente l’unico modo per regolarizzare questa categoria di lavoratori era quello di assumerli con contratto ad hoc: una soluzione sempre più antitetica alle esigenze di una società che richiede velocità e semplicità nell’approccio ai servizi per la gestione della casa, del tempo libero e della cura della persona. In alternativa è stato allora pensato il sistema del pagamento tramite i voucher Inps, ma lo stesso presidente Tito Boeri ha ammesso che i voucher stanno diventando la nuova frontiera del precariato.

 

Società tedesca con sede a Berlino nata nel 2007 e specializzata nella creazione di start-up, Rocket Internet ha pensato a una terza soluzione, che adotta al lavoro domestico il modello della app in stile Uber. Si tratta di Helpling, fondata nel gennaio 2014, la cui versione italiana è opera di Alberto Cartasegna. Milanese, classe 1989, “bicocchiano e bocconiano”. Come lui spiega, “oltre il 70 per cento dei nostri clienti che aveva una colf dichiara di aver utilizzato una colf in nero prima dell’arrivo di Helpling; solo il 3 per cento usava i voucher, il 15 per cento il contratto colf-badante”. Quindi Helpling “sta aiutando a smacchiare non solo gli appartamenti ma anche il mercato”. “Helpling Economy è il luogo di incontro virtuale tra il cliente e l’operatore, sostituisce il passaparola rendendo ricerca e prenotazione molto meno complicate. Il cliente va sul sito, inserisce data, ora e luogo nei quali vuole ricevere il (o la) colf e la piattaforma, in base all’algoritmo che tiene conto della disponibilità e della geolocalizzazione degli Helpling, gli presenta un operatore. Successivamente, il cliente e l’operatore si accorderanno privatamente in funzione delle loro esigenze”.

 

Il business è stato fiutato da molti, e anche Amazon e Google stanno per entrare nel settore. Ma Helpling Italia ha appena lanciato un servizio Economy che offre pulizie domestiche a 8,90 euro all’ora: un prezzo in teoria “da nero”, ma perfettamente legale. E’ un 25 per cento di risparmio rispetto all’altro servizio Premium, che in più offre anche un consulente.  “In questo caso il rapporto cliente-operatore viene gestito da Helpling solo per quanto concerne la selezione e la ricerca dell’operatore, la scelta del preferito e la fidelizzazione del rapporto avviene senza il supporto della piattaforma”. In Premium Helpling ottiene il 15 per cento del pagamento, in Economy il 100 per cento della commissione sul primo lavoro ottenuto. Ma in casa non c’è bisogno solo di pulizie. Sempre targata Rocket Internet è Vaniday Italia: presente a Milano, Roma e Torino e diretta dal bocconiano Giovanni Menozzi, permette di prenotare qualsiasi trattamento di bellezza attraverso un unico portale online. E c’è pure Foodora: nata nel 2014 a Monaco e sbarcata nel 2015 a Milano, dove recapita cibo a domicilio in bicicletta entro 35 minuti. Lista da 70 ristoranti, costo di consegna di 2,90 euro. Ma sono ben 300 i ristoranti tra cui a Milano si può scegliere con Deliveroo, il servizio che consegna cibo a domicilio nato a Londra. Arrivato a Milano a novembre, è ora sbarcato anche a Roma.

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