Dominik Paris (foto Ap, via LaPresse)

l'intervista

La normale velocità di Dominik Paris per il suo "grande e ultimo obbiettivo"

Giuliana Lorenzo

Il fuoriclasse azzurro si prepara a Milano-Cortina tra infortuni, ambizioni e un sogno olimpico ancora da scrivere, in equilibrio tra adrenalina, rischio e umanità

Sembra imperscrutabile Dominik Paris. Quando è sugli sci va oltre i 100 chilometri orari, lontano dalle piste è rimasto con gli scarponi ben saldi, tanto da non voler nemmeno essere visto come atleta di un certo livello: "Sono un ragazzo semplice e umano: amo parlare con la gente e con gli amici. Mi piace la musica e cerco di coltivare le mie passioni. Sicuramente, vivere nel mio paese (Santa Valburga, ndr), aiuta a farmi sentire una persona 'normale' e non uno sportivo d’élite". Eppure, quando vinci la Stelvio di Bormio sette volte e ti prepari alla quinta Olimpiade (per l’occasione, insieme a 40 atleti, fa parte del Team Samsung Galaxy, incarnando valori di innovazione e connessione) qualcosa di straordinario, anche nella sua regolarità, c’è. "Siamo riusciti a svolgere un ottimo lavoro in allenamento (anche se ora è alle prese con una distorsione alla caviglia, ndr). Le gare, però, sono sempre diverse: solo con l’inizio della mia stagione potrò davvero capire lo stato e le sensazioni. La Stelvio (dove si svolgerà la gara olimpica, ndr) è speciale. Ho ottenuto diverse vittorie e, ogni volta, mi sento bene e sicuro di me stesso e della sciata. So come affrontarla e questo mi dà molta fiducia". Fiducia di cui ha bisogno dopo un’annata, come la passata, un po’ complessa in cui non ha vacillato: "Non è stato facile all’inizio, però ho esperienza. Punto ad un piazzamento molto importante. La mia carriera ha avuto alti e bassi, ma se sono ancora qui è perché ci credo ancora e lo farò fino alla fine della stagione".

In un palmarès ricco manca solo la medaglia olimpica che potrebbe arrivare davanti alla sua gente e alla sua famiglia. "È un grande sogno e ognuno di noi spera di poter ottenere una medaglia. Rimane il grande e ultimo obbiettivo e spero, questa volta, di poterlo realizzare. Ho già partecipato a quattro edizioni olimpiche in luoghi diversi, ma questa Olimpiade di Milano - Cortina sarà unica, oltre a rappresentare una bellissima opportunità per noi atleti italiani". Magari questa volta, anche se non è nel suo stile, sarà un po’ più “bastardo”, colpa che si è imputato recentemente: "Ho sempre cercato di mantenere un forte senso di fair play ed essere corretto con tutti. Ahimè, quando sei uno sportivo a volte bisognerebbe essere un po’ più egoisti e pensare maggiormente al proprio risultato e ai propri obiettivi. Questo era ciò che intendevo. I rimpianti ci sono sempre, soprattutto quando le cose vanno male per un soffio. C’è sempre un risultato che manca e ti ritrovi a pensare che avresti potuto fare di più… ma rifletterci troppo non ti riporta indietro nel tempo né ti permette di cambiare ciò che è già successo".

   

Il discesista azzurro Dominik Paris (foto Ap, via LaPresse)
   

Si può solo controllare il proprio corpo e godersi quella sensazione che, ancora dopo tanti anni gli regala lo sci. Quello sport è oggi un lavoro, ma prima di tutto una passione che fa battere il cuore grazie alla "sensazione di libertà che mi trasmette e l’adrenalina che provoca, è puro divertimento. Quando scio ad alta velocità, sentire i salti, i passaggi, la gravità, quel segno che riesci a mettere sulla neve è bellissimo. Dipende tutto solo da te stesso. Non a caso non ho nessun gesto scaramantico e non penso a nulla prima di una gara, se non a quello che devo fare a livello tecnico".

Paris non ha paura, scia con consapevolezza nonostante il tema della sicurezza sia tornato di prepotenza tra gli argomenti di maggiore attualità: "Lo sci comporta dei grandi rischi, più grandi di quelli che ci immaginiamo. Quello che abbiamo vissuto in questi due anni, con le grandi perdite che le nostre squadre hanno subito, è senza dubbio qualcosa di profondamente doloroso e ingiusto. La paura non mi ha ancora “preso” e penso che quando arriverà, per me sarà il momento di dire basta".

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