Guanti sporchi #12
L'inganno di Mike Maignan
Il rigore respinto dal portiere del Milan a Hakan Çalhanoğlu è la migliore parata dell'undicesima giornata di Serie A perché non è semplice unire furbizia, faccia tosta, esplosività e gesto tecnico in un balzo. Ancor meno rialzarsi in pochissimi secondi e perfezionare la parata
Il calcio di rigore, ogni calcio di rigore, è la rappresentazione fuori tempo massimo di quanto più insulso, terrificante e vanesio abbia partorito il genere umano: il duello. Genere antichissimo, nato praticamente con l'uomo: per l'antropologo americano Leslie White già 2,5 milioni di anni fa i nostri antenati si sfidavano a duello lanciandosi pietre da una distanza ravvicinata. Il passaggio poi alle lance, asce, spade, pistole e via dicendo fu solo un'evoluzione tecnica. Il calcio è venuto dopo ed è stato più furbo, eliminando la possibile letalità del colpo e preferendo il pallone alle armi.
Eppure il calcio di rigore è molto più spietato del duello.
Il calcio di rigore è una sfida impari. Le possibilità di segnare sono maggiori di quelle di parare, ma d'altra parte il rigore, almeno di solito, è la conseguenza di un'azione fallosa senza la quale, probabilmente, la squadra che lo tira avrebbe potuto segnare.
I rigori i portieri non li parano quasi mai. Quando quel quasi però diventa reale non sempre il merito principale è del portiere. Ci sono palloni calciati fuori dalla porta, altri sbagliati dai tiratori. Ci sono rigori parati per grazia ricevuta (sempre dai tiratori), altri per fortunate coincidenze. E poi ci sono quelli nei quali il portiere riesce a parare nonostante tutto.
I migliori, almeno dal punto di vista degli estremi difensori, sono però quelli che il portiere ha già parato ancor prima che il pallone venga calciato.
Sono rari. A volte però si materializzano. Tipo domenica sera, al 73esimo minuto di Inter-Milan. Perché già qualche secondo prima che il piede destro di Hakan Çalhanoğlu toccasse la palla, era chiaro che Mike Maignan quel calcio di rigore lo avrebbe parato.
Il portiere del Milan aveva attratto il centrocampista turco in un trappola, lo aveva vezzeggiato a voce, lo aveva innervosito a gesti, aveva fatto ricadere su di lui il peso di uno stadio completo sino all'ultimo posto, uno stadio enorme come San Siro. Poi era rientrato sulla linea di porta. E lì, sorridendo, aveva fatto un passo alla sua sinistra. Non si era messo al centro, come è d'uopo fare per poter avere eguale distanza ai lati e quindi eguale possibilità di respingere il pallone. L'aveva sfidato, allargando lo spazio sguarnito, a calciare proprio dove è solito calciare e di solito perfettamente: su 52 rigori calciati sino a quel momento ne aveva sbagliati solo 6.
Una trappola. Una trappola che Çalhanoğlu pensava di evitare facilmente, ma nella quale è caduto a piè pari. Una parata che racchiude in un unico movimento furbizia, faccia tosta, esplosività e gesto tecnico. Non è semplice unire tutto questo in un balzo. Ancor meno semplice è rialzarsi da terra in pochissimi secondi e smanacciare oltre i pali il pallone che pericolosamente stava tornando dal centrocampista nerazzurro.
Le tre migliori parate della dodicesima giornata di Serie A
1. Mike Maignan al 73esimo minuto di Inter-Milan 0-1 – 5 punti
2. Michele Di Gregorio al 51esimo minuto di Fiorentina-Juventus 1-1 – 3 punti
3. Emil Audero al 38esimo minuto di Cremonese-Roma 1-3 – 1 punti
La classifica dopo 12 giornate
1. Mike Maignan (Milan), 19 punti
2. Elia Caprile (Cagliari) e Ivan Provedel (Lazio), 14 punti;
4. Arijanet Murić (Sassuolo) e David De Gea (Fiorentina), 12 punti;
6. Michele Di Gregorio (Juventus) e Mile Svilar (Roma), 8 punti;
8. Marco Carnesecchi (Atalanta) e Nicola Leali (Genoa), 6 punti;
10 Wladimiro Falcone (Lecce), 5 punti;
11. Alberto Paleari (Torino) e Zion Suzuki (Parma), 3 punti;
13. Emil Audero (Cremonese) e Maduka Okoye (Udinese), 2 punti;
15. Adrian Šemper (Pisa), 1 punto.
Quello che avete letto è Guanti sporchi, un divertissement calcistico-narrativo sui numeri uno della Serie A e sulla parata che in qualche modo ha reso migliore, almeno dal punto di vista di quella minoranza che si veste diversamente dagli altri in campo, il fine settimana calcistico. Tutti gli episodi precedenti li trovate qui.
chiave di A - come suona il campionato